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Tariffe sui pedaggi aumentate del 30 per cento, autotrasportatori siciliani sull’orlo del collasso

“Il ponte sullo Stretto va bene, ma prima bisogna risolvere i problemi di strade e autostrade siciliane”.

E’ questo, in estrema sintesi, il pensiero di Salvatore Bella, segretario del Fai Sicilia, sindacato degli autotrasportatori,

“Negli ultimi mesi – scrive Bella – si è fatto un gran parlare del Ponte sullo Stretto ma non ci si rende conto che in Sicilia, lungo le autostrade, mancano perfino le corsie di emergenza. Governo regionale e governo nazionale, a nostro parere, dovrebbero risolvere il problema infrastrutture all’interno della regione dove mancano aree di sosta per autotrasportatori per osservare le ore di guida; dovrebbero chiudere gli innumerevoli cantieri aperti sulle autostrade; dovrebbero risolvere il problema del congestionamento dei porti di Catania e Palermo e delle lunghe attese allo Stretto di Messina. Tutto ciò in attesa che si realizzi il Ponte”.

“E invece intanto cosa succede? Aumentano le tariffe sui pedaggi autostradali e sull’imbarco navi, mettendo a rischio – aggiunge Bella – le imprese di trasporto siciliane che rischiano così di fallire. Se la politica non interviene subito le imprese di trasporto siciliane rischiano la chiusura, considerato che questa impennata di prezzi (circa il 30%) è operativa dal  1 Gennaio 2024. La soluzione rimane sempre quella delle autostrade del mare, immediatamente praticabile, soprattutto per il trasporto dell’ortofrutta. E’ necessario che gli incentivi per le autostrade del mare diventino strutturali e si trovi una soluzione per la tasse dell’ETS che gli armatori hanno ribaltato alle imprese di autotrasporto con aumenti che variano, a secondo della tratta marittima, da un minimo di 160 euro fino ad un massimo di 260 euro”.

Ecco le proposte del Fai Sicilia per affrontare la gravissima crisi dell’autotrasporto:

“1. La condizione di insularità della Sicilia è riconosciuta sia dall’art. 119 della Costituzione sia dall’art.174 del T.F.U.E.. Gli svantaggi di tale condizione si ripercuotono in ogni ambito sociale ed economico; in particolar modo, nel mondo produttivo, vista la carenza di adeguate infrastrutture ferroviarie, il trasporto combinato strada – mare è l’unica tipologia di trasporto in grado di sostenere la competitività delle imprese di autotrasporto siciliane e pertanto il contributo Sea Modal Shift dovrebbe diventare strutturale e dovrebbe avere una dotazione finanziaria maggiore.

2. Gli armatori hanno ribaltato interamente il costo dell’ETS sulle imprese di autotrasporto nonostante avrebbero dovuto adeguare le loro emissioni di CO2 utilizzando i fondi a loro destinati del Marebonus. I maggiori costi del traghettamento azzerano i benefici del contributo Sea Modal Shift, addirittura scoraggiano l’utilizzo del sistema combinato strada – mare e pertanto si richiede un intervento della politica per eliminare questo paradosso.

3. In considerazione della costruzione del Ponte sullo Stretto e che dalla Sicilia fino al centro Italia non vi sono aree di sosta attrezzate per autotrasportatori, si ritiene ormai improcrastinabile la realizzazione di un’area attrezzata per autotrasportatori in Sicilia, in particolare lungo il corridoio Berlino – Palermo”.

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