Politica
“Re Capriata”, dal PD no allo smembramento: “Il sindaco pensi alla città, non a tutelare la propria maggioranza”
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Scritto da
Redazione
Il PD di Licata “esprime vicinanza e solidarietà agli studenti del Re Capriata per la battaglia che stanno conducendo”.
Lo scrive in una nota Vincenzo Sica, segretario cittadino del Partito Democratico.
“La funzione primaria della scuola è quella di formare – aggiunge Sica -donne ed uomini consapevoli; pertanto, quando gli studenti decidono di riunirsi e discutere o addirittura di scendere in piazza, non stanno perdendo tempo né vanno accusati di strumentalizzazione sol perché non chinano il capo. Gli studenti hanno esercitato il loro sacrosanto diritto democratico di manifestare il loro pensiero e, in questo caso, hanno difeso la loro casa, il loro futuro, la loro scuola, da un lato dall’assurda tagliola del dimensionamento scolastico e dall’altro da una improvvida proposta di “smembramento”.
“L’idea che smembrare il “Re Capriata” possa essere utile a “salvare” le altre due scuole, ad una attenta analisi, non regge neppure sulla base dei numeri, perché – aggiunge Sica – dividendo i circa 400 alunni del Re Capriata fra “Fermi” e “Linares”, entrambe si attesterebbero attorno agli 800 alunni, quindi nessuna delle due scuole supererebbe la soglia dei 960 alunni prevista dalla norma per mantenere l’autonomia e non incappare nel dimensionamento scolastico. Inoltre, è facile prevedere che con la riduzione demografica, l’emigrazione, la rinuncia agli studi che vive questa città, il problema del dimensionamento anche per il “Fermi” ed il Liceo sarebbe solo rinviato, al più, di un paio di anni”.
Secondo Sica “smembrando il “Re Capriata”, non si perderebbe la dirigenza di una scuola ma l’intera scuola che perderebbe la propria identità e il suo appeal, senza considerare i conseguenti problemi logistici – sono ancora le parole del segretario del PD – che si determinerebbero per la presenza di due diverse scuole, con due DS e due diversi corpi docenti, dentro lo stesso plesso scolastico. A nostro giudizio, l’assessora all’istruzione e vicesindaca, essendo espressione della Lega, un partito di governo, dovrebbe protestare con i suoi stessi interlocutori nazionali del suo partito per eliminare il tetto draconiano dei 960 alunni che sta determinando la perdita di autonomie scolastiche in 10 scuole della provincia più povera d’Italia, ma anche il 10% delle scuole del ricco Veneto. Tanto più che tutti i partiti politici, compreso la Lega, all’ARS, hanno approvato un Disegno di legge, proposto dal PD, che se approvato dal Parlamento nazionale potrebbe salvare 100 scuole in Sicilia”.
“Inoltre, l’Amministrazione Comunale, che pure non è competente in questa vicenda, non dovrebbe preoccuparsi di difendere la permanenza della dirigenza di questa o di quella scuola, ma dovrebbe preoccuparsi di coordinare una visione di sviluppo della città (se mai ce l’ha) con le potenzialità del territorio. Certamente è auspicabile – conclude Vincenzo Sica – mantenere l’autonomia di tutte le scuole, ma se questo non è possibile, ci si deve chiedere se per il futuro dei giovani di questa città e per la città tutta non sia più utile costruire un polo professionale consistente che possa essere attrattivo per l’intero comprensorio e da stimolo per il settore produttivo di questa città e, contemporaneamente, sostenere il Liceo nel percorso di rinascita e di rilancio opportunamente intrapreso in questi ultimi anni sul piano della qualità della formazione e dell’offerta formativa fornita a chi aspira ad andare all’Università concorrendo, su questo piano, con gli altri licei del comprensorio per giungere alla creazione a Licata di un vero grande polo liceale. Per tutto questo invitiamo il sindaco a non giocare con le parole a tutela della propria maggioranza, smentisca l’improvvida sortita della sua vicesindaca e pensi, per quanto gli compete, alla città. Se la politica amministrativa di questa giunta si riduce solo a difesa dell’esistente senza progettare il futuro, non si fa di certo il bene di una comunità”.
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