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Tarantino e amici

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“Quelli della B”, Totò Tarantino”: “Il presidente Licata D’Andrea per noi era come un padre”

Salvatore Tarantino, per tutti Totò, uomo di mezzo e, in quella metà del campo sapeva starci e bene: centrocampista capace di giostrare, fosforo e polmoni, tanto fioretto ma con la sciabola pronta, quando serviva.

A Licata arriva dall’esperienza al Trapani in C2, fa il salto in categoria superiore, vestendosi di gialloblù, in quella famiglia, subito diventata tale, dove la lingua era quella siciliana.

E’ uomo di sport Tarantino, voce squillante ed entusiasmo che trapela con la telefonata preliminare che annuncia un’intervista che immortala il momento, attimi di calcio che valgono quasi una carriera intera. Il pallone che rotola nella mente di chi a fine anni ottanta era già maturo ma anche in chi era con i pantaloncini corti e giocava per strada con la palla che finiva spesso sotto l’auto parcheggiata e le ginocchia che tornando a casa alla sera ti accorgevi del loro essere “non proprio senza segni”.

Ma era tutta felicità e si sventolava al balcone la bandiera del Licata che poi, tornando dallo stadio, rivedevi alla televisione, quelle nazionali oltre alla locale, perché quel Licata è la squadra di chi ha coltivato un sogno, è il gruppo capace di andare oltre stereotipi di grande squadra legati a metropoli ricche, la genuinità del tempo con la voglia di emergere, consegnano quella che ancora oggi ma certamente anche domani è la favola del Licata.

Con Tarantino si spazia, dal suo arrivo da giocatore in C1 al rapporto con compagni e allenatori, su tutti Cerantola di cui poi sarebbe diventato tanti anni dopo, il secondo sulla panchina della Nocerina. Un ritratto dell’amato presidente Licata D’Andrea, i luoghi del tempo libero in città, fino all’attualità: Tarantino torna volentieri a Licata a salutare i tanti amici conosciuti nel tempo. Le emozioni della promozione, sono indelebili: “L’anno della promozione esperienza fantastica, al ritorno siamo stati praticamente perfetti mentre nel girone di andata non eravamo andati benissimo, poi abbiamo svoltato. Ad un certo punto è scattata la convinzione di potercela fare, ci siamo guardati nello spogliatoio ed è cominciata la cavalcata, conclusa poi con la promozione in serie B, tutto bellissimo, eravamo tutti siciliani, tranne Baldacci che è di Perugia, un gruppo di amici, unito e compatto”.

Un campionato con tante partite lontano dal “Liotta”, tra “Saporito” e campi vicini ma nelle ultime quattro gare al taglio del nastro nel  nuovo impianto si  sigilla l’annata, “quel campionato giocammo fuori Licata ed al Saporito ricordo, ma le ultime quattro partite nel nuovo “Dino Liotta” con il nostro pubblico, volammo davvero, mi ricordo una gara col Cagliari, dopo venti minuti eravamo già 2-0”.

Una storia da raccontare con in testa, il presidente Franco Licata D’Andrea: “Un padre di famiglia, che aveva cura dei suoi figli, ci trattava come tali, era attento a non farci mancare nulla, era quasi quotidianamente presente con noi”.

Rapporto importante anche con Cerantola prima da allenatore e poi anche da collega e assistente in panchina, “Cerantola allenatore di livello, preparato e competente, il ricordo è bellissimo non solo perché è stato il mio tecnico della promozione in B ma anche per il fatto che un anno, mi chiamò per fargli da secondo in C1 sulla panchina della Nocerina”.

Dopo aver smesso a 38 sul groppone, tanti per la fine degli anni novanta quando appende gli scarpini, va alla scrivania per qualche anno da dirigente, seleziona i giovanissimi regionali FIGC ma adesso, spazio alla famiglia e gli affetti: “Mi godo la pensione, la famiglia, seguo il calcio da appassionato ma ho deciso di fermarmi e godermi gli affetti importantissimi dopo anni sui campi a girare”.

Quel Licata rimane un gruppo di solide amicizie, proprio in questo 2024, a Capodanno, rimpatriata a Palermo:

“Ci siamo rivisti a Capodanno, è stato un piacere davvero, siamo in contatto e l’amicizia è enorme, un grande gruppo”.

Una battuta sul Licata calcio attuale e sulla città, “seguo il Licata anche perchè è allenato da Pippo Romano, a proposito Pippo se hai bisogno di un centrocampista chiamami(ride). In città sono tornato appena due mesi addietro a salutare degli amici”.

Vincenzo Montana

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