Calcio
“Quelli della B”, Mimmo Giacomarro: “Il Licata segnò la rinascita di una città intera”
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Redazione
Elegante e preciso, ragionatore e regista. Mai banale in campo, sempre in anticipo sulle idee e lo sviluppo dell’azione, allenava di già, anche con pantaloncini e scarpette.
Domenico Giacomarro, da giocatore ha dispensato tocchi molto confidenziali col pallone al quale dava del tu, certamente. Regista davanti alla difesa, oggi potrebbe senza dubbio essere immortalato con questa istantanea attraverso l’esercizio di un ruolo cruciale.
Aveva il compasso e designava traiettorie, progettava da architetto. In cantiere spesso andavano gli altri però: non amava molto correre, chiedere per conferma, a Taormina, Campanella o Irrera che spesso, ci mettevano gamba e passo anche per lui. Era fioretto Giacomarro, di rado sciabola. Centrocampista dal bagaglio tecnico notevole, spiccato senso della posizione e, spesso, stilisticamente gradevole a vedersi.
A Licata arriva nell’estate del 1984 per rimanerci per i cinque anni successivi tra serie C2 e B, da protagonista assoluto. Zeman lo conosceva, aveva buttato l’occhio su quel ragazzo geometrico sul prato verde con una dote spiccata nell’organizzazione, era anche, con l’incidere moderno, una mezzala tecnica di costruzione. Nell’anno della promozione in serie B al “Dino Liotta” contro Il Campobasso, scaraventa in porta un esterno destro dal limite su appoggio di Pippo Romano, in una gara terminata 3-0 per un Licata ormai lanciato verso la gloria e sintesi delle caratteristiche di Giacomarro.
Carriera di livello, in campo ed in panchina, ad un passo col suo Team Altamura, dalla vittoria del girone H di serie D, con l’approdo quindi, tra i professionisti. Ma Licata rimane indimenticabile: “Un gruppo talmente unito che non si poteva non vincere, parlavamo sempre di calcio, avevamo obiettivi comuni e tanta voglia di emergere e fare bene, anche fuori dal campo si era compatti, ricordo le cene estive alla zona Playa ma anche a Mollarella, anni meravigliosi. Se dovessi esprimermi su una partita simbolo, direi certamente quella in casa con il Campobasso in uno stadio appena ristrutturato con l’incognita che in erba avremmo giocato male, invece fummo inarrestabili, in quella gara segnai forse la mia rete più bella, su passaggio del capitano Pippo Romano, feci partire un bel destro di leggero esterno che si insaccò. Momenti che ancora oggi suscitano emozioni enormi.”.
La squadra di calcio fu un volano di crescita per la città intera, un periodo che contribuì massicciamente a far conoscere Licata in tutta Italia e non solo, creando rete e sviluppo: “Ho in mente alcune strade sterrate nei primi periodi del mio arrivo, con le nostre vittorie e la promozione in serie B, si fece molto anche per il miglioramento e lo sviluppo cittadino, Licata divenne davvero una cittadina molto migliorata che tutti amavano e apprezzavano e anche di questo sono felice e credo anche i miei ex compagni, gente meravigliosa davvero, con alcuni ad esempio Romano e Consagra, ho condiviso poi l’esperienza fuori Licata, con la maglia della Triestina. Anticamera per me, per la stagione in serie A con il Verona con il debutto contro l’Inter, perdemmo ma ovviamente è un giorno unico a livello personale come calciatore”.
Con ottimismo certo ma anche con ambizione e spirito propositivo, nulla è impossibile anche in futuro: “Il mio è un augurio per il Licata, auspico tante gioie calcistiche, è una piazza molto importante, oggi allenata dal mio grande amico Pippo Romano”.
Nel complesso per Domenico Giacomarro con la maglia del Licata, 151 presenze con 15 reti in un quinquennio iscritto negli archivi storici tra i sogni diventati realtà.
Vincenzo Montana
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