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Il sit in dei portuali

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Protesta al porto dei lavoratori portuali della Monte Ecnomo: “A rischio cinque posti di lavoro”

I lavoratori della compagnia portuale Monte Ecnomo di Licata da stamani protestano al porto, perché temono di rimanere senza lavoro.

Da oggi le operazioni di imbarco e sbarco di viveri ed altro materiale per quanti si trovano sulle piattaforme petrolifere dell’Eni ormeggiate al largo di Gela e Licata, vengono eseguite da lavoratori della vicina Gela. Ciò perché i lavoratori licatesi, contestando le condizioni contrattuali, si sono astenuti dal lavoro ed hanno inscenato un sit in di protesta.

“Il rischio concreto – dice Tony Russo, presidente della Monte Ecnomo che opera a Licata ininterrottamente dal 1930 – è che si perdano cinque posti di lavoro, dunque che cinque famiglie rimangano senza reddito. Noi lavoriamo “a chiamata”, nel senso che ogni volta che il nostro intervento si rende necessario veniamo chiamati e ci mettiamo all’opera. Di recente, però, le condizioni dell’impresa che ha avuto in appalto da Enimed il servizio di imbarco e sbarco di viveri, e di altro materiale, sono cambiate e noi non le riteniamo più adeguate. Chiediamo che si torni alle condizioni di prima, è il minimo per consentirci di continuare a lavorare”.

Sulla banchina del porto commerciale di Licata, stamani, ci sono stati alcuni momenti di tensione e sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia ed i militari della guardia costiera. La situazione però è rientrata subito ed il sit in di protesta dei lavoratori della Monte Ecnomo è andato avanti, pacificamente, per tutta la mattinata.

Abbiamo chiamato al telefono l’impresa che esegue il servizio per conto di Enimed, chiedendo una replica alle dichiarazioni dei lavoratori della Monte Ecnomo. L’impresa ha preferito non fare alcun commento.

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