“Gli utenti del Pronto Soccorso devono collaborare quando arriva in reparto”.
A sostenerlo, in una nota, sono Cristina Marrone e Vincenzo Scuderi, rispettivamente responsabile del Tribunale per i diritti del malato dell’ospedale Civico di Palermo e collaboratore.
“È umanamente comprensibile, il Tdm se n’è fatto sempre come obiettivo primario in difesa e per la tutela dei diritti del malato soprattutto in caso di emergenza, rendersi conto – scrivono Marrone e Scuderi – dello stato di tensione emotivo, l’agitazione convulsa, l’apprensione, il timore dei parenti accompagnatori. Tutto ciò premesso, ai fini della massima collaborazione col personale sanitario, nel rispetto dei ruoli e ancora, per una più efficace disponibilità professionale, occorre che l’utente, soggetto di diritto dei servizi sanitari, comprenda la necessità di rispettare alcune norme comportamentali”.
“A tal proposito – aggiunge il Tdm – il Direttore del Dipartimento di Emergenza e del pronto soccorso dell’Ospedale Civico di Palermo, Agostino Geraci, ha posto l’attenzione sul “dovere civico di usare appropriatamente i servizi di pronto soccorso che devono essere dedicati essenzialmente alla gestione delle emergenze e delle urgenze. Purtroppo la registrazione di un numero sempre maggiore di accessi non filtrati dal medico curante, soprattutto nei giorni successivi ai lunghi ponti festivi, denota un utilizzo errato, a volte opportunistico, che finisce inevitabilmente per allungare i tempi di attesa rischiando di pregiudicare la dovuta assistenza a chi ne avesse davvero bisogno. Il pronto soccorso non deve essere utilizzato alla stessa stregua di un ufficio pubblico, né il luogo dove tentare di risolvere problemi affrontabili altrove, ma un servizio pubblico essenziale per tutti i cittadini che ne potrebbero avere bisogno in qualsiasi momento della propria vita”.
“Il Tdm – si conclude la nota – condivide il pensiero del dottor Geraci con il quale ha sempre avuto una fruttuosa collaborazione e condivisione delle problematiche degli utenti, sottolineando la necessità costante di un atteggiamento di accoglienza, umanità e reciproca disponibilità”.
