Si chiama “Sicani Villages”, ed è la “rete dei Borghi Sicani, un nuovo network di attori dell’accoglienza locale nato con l’obiettivo di unire e raccontare luoghi e persone di una Sicilia ancora inesplorata”.
“Quale momento migliore – scrivono gli organizzatori dell’iniziativa – se non la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale per presentare un nuovo progetto turistico? È proprio con TTG Travel Experience che parte ufficialmente Sicani Villages”.
“Un territorio – si legge ancora nella nota – che dalla costa sud si estende fino ai boschi dell’entroterra, abbracciando un comprensorio di 29 comuni riuniti sotto il Distretto Rurale di Qualità dei Sicani, vasta area geografica tra le province di Agrigento e Palermo. I “Sicani” sono una delle prime popolazioni che, in arrivo dalla penisola iberica, ma di origine africana, si insediarono in Sicilia circa 4.000 anni fa. Dal popolo prese il nome il territorio, vario nella morfologia, con rilievi che raggiungono quasi i 1000 metri di altitudine, ma che si presta a coltivazioni e allevamenti. Tantissime quindi le aree naturalistiche da visitare, ma costellato anche di castelli e musei che racchiudono la storia e l’artigianato locali. I piccoli borghi sono sospesi nel tempo, ricchi di tradizioni storiche, legati ad antichi riti folcloristici e popolati da persone genuine, proprio come i prodotti che realizzano e che crescono in quelle terre”.
“Luoghi semplici, ricchi di contrasti, che racchiudono moltissime eccellenze enogastronomiche – scrivono ancora gli autori del progetto – e di artigianato tipici della Regione. È il capitale umano, quindi, con la sua cultura e il suo “saper fare”, a caratterizzare e rendere unica questa parte di Sicilia ancora poco conosciuta, ma che, una volta scoperta, chiede di essere vissuta, lentamente. Territori dove la ruralità è ancora capace di raccontare un piccolo mondo di storie, tutte da scoprire tra passeggiate, assaggi di tipicità locali e incontri unici con chi ha scelto di dedicarsi con amore e dedizione alla protezione delle filiere, tutelando la biodiversità. Un’offerta turistica che, mettendo in rete produttori di eccellenze agroalimentari, tour operator, local insider e strutture ricettive di qualità, punta anche sull’accessibilità e sulla sostenibilità per ripensare la fruizione dei piccoli borghi in chiave slow e garantire ai viaggiatori un’immersione autentica nei piccoli centri all’insegna delle esperienze e degli incontri con chi li abita”.
“È proprio l’offerta esperienziale-relazionale dell’entroterra ad aver giocato – si conclude la nota – un ruolo cruciale nella nomina di Agrigento – una delle porte di accesso al territorio dei Sicani – a Capitale della Cultura 2025: una chiara testimonianza del valore di quest’area che sta iniziando ad emergere, trovando finalmente una sua voce”.
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