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“No alla violenza sulle donne”, da stasera il municipio di Licata illuminato di rosso

E’ iniziata nel pomeriggio di oggi la tre giorni che l’amministrazione comunale di Licata, guidata dal sindaco Pino Galanti, ha deciso di dedicare alla lotta contro la violenza sulle donne.

Le iniziative sono coordinate dall’assessore alle Pari Opportunità, Violetta Callea.

“Da oggi fino a venerdì saranno illuminati di rosso il palazzo di città, l’orologio e la torre campanaria, la piazza Progresso e, la caratteristica chiesa di Pompei. Domani pomeriggio sarà scoperta nell’androne del palazzo di città  un’installazione  donata   dall’assessore alle pari opportunità Violetta Callea, mentre  giovedì mattina  si svolgerà a palazzo di città  un incontro di riflessione sul tema, organizzatodal presidente del consiglio comunale Giuseppe Russotto,  alla presenza dei consiglieri comunali e delle associazioni CIF, OPA e Toponomastica femminile.

Nel pomeriggio sarà la volta della cerimonia di intitolazione  di un viale della villa comunale alla scienziata Rosalind Franklin, proposto da CIF, OPA e Toponomastica femminile e già deliberato dalla giunta comunale, ed infine, dopo la messa in suffragio delle vittime della violenza di genere, sul ponte Umberto saranno appese delle simboliche scarpette rosse.

Per Violetta Callea “la violenza maschile sulle donne è una questione che a tutti gli effetti si presenta come tematica oramai giornaliera a cui purtroppo assistiamo: sono più di cento le donne che nel nostro Paese  dall’inizio dell’anno ad oggi sono state uccise per mano maschile che si aggiungono alle migliaia di donne morte a causa della violenza maschile e di una visione androcentrica del mondo e della vita, oltre a costituire la

 massima espressione della dissimmetrica posizione di uomini e donne nell’ordine sociale ed in quello simbolico che, limitando di fatto la libertà femminile, rappresenta l’ostacolo principale al “pieno sviluppo

 della persona umana”, come dall’art. 3 della Costituzione italiana. La volontà di controllare la vita di una donna affonda, infatti, le sue radici in una società ed una cultura incompatibili con i principi costituzionali.

Il contesto odierno attraversato da sofferenze e pulsioni negative  è reso ancora più traballante da uno scarso riconoscimento dei limiti in ogni ambito e richiede – conclude Callea – una seria riflessione sulla violenza di genere  a livello politico, culturale, sociale ed  educativo, anche attraverso l’uso di simboli che richiamano il delicato tema della violenza contro le donne e del femminicidio”.

(Foto archivio)

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