Attualità
“Giornata della memoria”: ricordiamo gli ebrei di Licata, espulsi l’anno della scoperta dell’America
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Scritto da
Angelo Augusto
C’è una storia molto antica che, nella “Giornata della memoria”, ci piace ricordare, affinchè nessuno dimentichi.
E’ quella degli ebrei di Licata, raccontata in maniera splendida, negli anni scorsi, da Giuseppe Sicari, giornalista e scrittore di Capo d’Orlando, particolarmente affezionato alla nostra città.
Sicari ha condotto una attenta ricerca sulla presenza della comunità ebraica a Licata e, prendendo spunto anche dagli studi dell’israeliano Shlomo Simonsohn, ha trovato le “carte” che ricostruiscono la vita quotidiana di quella comunità nel medioevo.
Nel libro “Il tempio perduto. Per una storia degli ebrei e dei marrani di Licata”, Giuseppe Sicari fa un’attenta analisi dell’esistenza dei circa 300 ebrei che vivevano a Licata, in via Sant’Andrea e nelle traverse limitrofe, costituendo una numerosa comunità. A quel tempo la popolazione della nostra città era pari a 9.000 unità.
Comunità, quella ebraica, composta da medici, mercanti di stoffe, di grano e di vino, perfettamente integrata nella società cittadina fino al 1492. Quell’anno, l’anno della scoperta dell’America, infatti con un editto dei sovrani spagnoli gli ebrei venivano “invitati” a lasciare immediatamente il territorio del regno, Licata compresa, salvo che non si fossero convertiti al cristianesimo. Gran parte degli ebrei di Licata lasciarono la città, solo qualcuno decise di convertirsi, si fece battezzare, e rimase qui.
Nel 1492, al momento dell’espulsione, in Sicilia risiedevano 150.000 ebrei, suddivisi in 52 comunità.
Come è noto ricostruire la storia di Licata nel periodo antecedente al 1553 è difficile, considerato che la flotta franco – turca che quell’anno saccheggiò la città incendio, distruggendoli, tutti gli archivi.
I libri, godibilissimi, che Giuseppe Sicari ha dedicato agli ebrei di Licata sono ben quattro. Alcune copie si trovano nella biblioteca comunale “Luigi Vitali”, e chiunque può chiederli in prestito e leggerli. Vi garantiamo che ne vale la pena.