Erano le 15.30 di ieri quando la pattuglia dei carabinieri della compagnia di Licata è arrivata in contrada Cipolla, al confine con il territorio di Palma di Montechiaro, dove era stata segnalata la presenza di un cadavere sul ciglio della strada. Pochi minuti prima era stato un agricoltore, che transitava con la propria auto nella zona, a scoprire il corpo di Angelo Castronovo ed a dare l’allarme.
E’ per questa ragione che gli inquirenti, con in testa il procuratore capo facente funzioni di Agrigento Salvatore Vella ed il sostituto Giulia Sbocchia, ritengono che il palmese di 65 anni sia stato assassinato ad ora di pranzo, o forse subito dopo.
Castronovo è stato ucciso con una selva di colpi. Sono numerosi, infatti, i fori di entrata rinvenuti dal medico legale sul corpo dell’uomo. Il palmese sarebbe stato raggiunto in varie parti del corpo, compreso il volto e, anche se tutto dovrà essere confermato dalla perizia autoptica, i killer lo avrebbero “finito” con un colpo di pistola alla testa. Non ci sono ancora certezze sulle armi utilizzate, anche se la prima ipotesi parla di una pistola e di un fucile.
Il corpo del bracciante agricolo di Palma di Montechiaro si trova nell’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. La data dell’autopsia non è stata ancora fissata, ma è praticamente certo che avrà luogo tra il 3 ed il 4 di novembre.
Con riguardo alla dinamica dell’omicidio, pare confermata l’ipotesi che Angelo Castronovo si trovasse alla guida di un autocarro, e stesse eseguendo dei lavori di movimento terra in campagna. L’uomo avrebbe visto i killer e sarebbe scappato, ma è stato raggiunto dopo pochi metri e freddato. Piuttosto non ci sono certezze su quanti fossero i sicari, anche se gli inquirenti pare ipotizzino che ad agire sia stato un commando, costituito da almeno due persone.
