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Giuseppe Infusino

#licatesiacasa…nelmondo

#licatesi a casa…nel mondo. Giuseppe, infermiere in un reparto Covid a Bologna: “Ce la faremo!”

Ci stanno arrivando moltissime testimonianze di licatesi che, lontano dalla terra d’origine, vivono e lavorano. Pubblicheremo tutte le storie anche se, comprenderete bene, ci vuole tempo. Perciò chiediamo pazienza a tutti.

Oggi pubblichiamo la testimonianza di un giovane licatese che lavora in un reparto Covid 19 del Nord Italia.

Eccola:

“Mi chiamo Giuseppe infusino, sono un infermiere fuori sede e mi trovo a Bologna. Lavoro presso il policlinico Sant’Orsola – Malpighi in terapia intensiva respiratoria COVID-19. La situazione in Emilia Romagna non è una delle migliori, ci sono tanti contagi ma, a quanto pare, l’azienda sta rispondendo bene alla pandemia. Hanno aperto nuovi reparti di terapia intensiva e reparti specializzati per Covid, ma non bisogna abbassare la guardia. Non temo per la mia incolumità, perché fare l’infermiere è il mio lavoro e lo faccio con passione, ma temo per mia moglie perché quando esco dal reparto mi sento un potenziale infetto. Attualmente mi trovo isolato in hotel lontano da lei, per sicurezza ci vediamo solo 2 volte al giorno pranzo e cena, si prende cura di me, prepara il cibo, al ritiro prendo le dovute precauzioni guanti, mascherina e distanza di sicurezza. Psicologicamente è molto dura ma insieme possiamo farcela. Il mio pensiero fisso è quello della mia famiglia, parenti, amici e tutti i miei concittadini che si trovano a Licata, ora più che mai vorrei essere lì nel mio amato paese a fronteggiare il covid-19. Spero che rispettino tutte le norme di sicurezza imposte e non prendano alla leggera la situazione. Bisogna che tutti collaborino, perché altrimenti ci sarà un crollo del sistema sanitario, il quale porterà gravi conseguenze. Speriamo che vada tutto bene. Sono ottimista”.

Grazie a Giuseppe Infusino per questa storia.

(Foto Giuseppe Infusino)

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