Antonio Pira, ex assessore della giunta comunale in carica, interviene sulla gestione delle risorse umane dell’ente.
“Come è stato possibile – scrive in una lunga nota – ridurre il comune di Licata in queste condizioni ??!!. Manca la ben minima organizzazione in ogni dipartimento ed in ogni servizio. Il comune di Licata ente per cui, nello Statuto Comunale, è prevista la Dirigenza per ogni dipartimento, è ormai rimasto completamente privo di tali figure. Chi è rimasto? Un solo dirigente per due ore a settimana (dirigente ser.Finanziario), e il segretario generale che è anche dirigente dei settori amministrativi”.
Secondo Pira “i dipendenti comunali saranno pochi, ma la responsabilità della caotica organizzazione degli uffici e della cattiva organizzazione amministrativa è da addebitare all’amministrazione comunale che detiene il potere di organizzare gli uffici, e non certo ai singoli dipendenti che lavorano come possono e nelle condizioni in cui sono costretti. Già mancano i dirigenti di tutti i dipartimenti, ma non è possibile mandare via i funzionari storici, della polizia municipale, finanze, affari generali…e pretendere che altro personale debba garantire la massima efficienza. Obbligati a “firmare” gli atti che non competono alla categoria di appartenenza o alle competenze possedute, nonostante la buona volontà personale. Tutto questo comporta che le attività svolte possono influire anche negativamente ed intralciando il conseguimento delle finalità istituzionali, con mancato conseguimento della legalità ed dell’efficienza”. “Fa presto questa amministrazione – conclude Antonio Pira – ad addossare ad altri le proprie responsabilità giuridiche. Le scelte organizzative spettano a sindaco e giunta! Se il dirigente di un dipartimento è andato in pensione, e il funzionario di grado più elevato lo mandi a lavorare in un altro dipartimento o addirittura in un altro ente, e poi dopo settimane stai cercando ancora chi deve “firmare” e chi devi mettere a capo dei dipendenti del servizio per organizzare il lavoro di quelli che sono rimasti. Di chi sono tutte le responsabilità giuridiche e morali di tale disastro organizzativo? Se l’amministrazione fa tali scelte scellerate non soltanto crea disservizi pubblici, ma atti amministrativi illegittimi!”.
