Il parere di...
Le trombe d’aria che hanno colpito Licata nei giorni scorsi, Scuderi: “Ci ha salvati Sant’Angelo”
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Scritto da
Angelo Augusto
Vincenzo Scuderi, docente in pensione, ed autore di numerosi saggi, tra i quali “Missione e martirio di Sant’Angelo, protettore di Licata”, ci ha inviato una riflessione su quanto accaduto nei giorni scorsi, quando due trombe d’aria hanno sfiorato Licata, ma provocando danni, tutto sommato, limitati. Secondo Scuderi a salvare la città è stato il patrono Sant’Angelo.
Vi proponiamo, integralmente, lo scritto che ci ha inviato.
“La mia vuole essere una considerazione in fede, ovvero, una testimonianza di fede con cui desidero rendere omaggio al nostro Patrono Sant’Angelo, martire carmelitano.
Ritengo abbia salvato, ancora una volta, la città in occasione dei vortici d’aria che hanno colpito la zona del porto, provocando danni al porticciolo, ai cantieri navali e ad alcuni pescherecci.
Proteggendo la città, il nostro Santo carmelitano, ha chiesto ai suoi figli marinai di Licata il sacrificio di alcune loro imbarcazioni per fare barriera, impedendo, probabilmente, che quei due tremendi turbini, entrando in città, distruggessero case, uccidessero persone, procurando disastri e chissà quanti lutti.
Mi piace riflettere e mi è di consolazione pensare che, in quelle giornate di tempesta in cui le due violente trombe d’aria minacciavano d’entrare nella città, Licata sia stata veramente protetta dal nostro Patrono Sant’Angelo, così come tante altre volte ha operato nei secoli, riparando gli abitanti dagli eventi disastrosi naturali.
Non solo questa, ma è conseguita, evidente, anche un’altra considerazione.
Tutti, a Licata, sappiamo, costatiamo, quanta devozione, amore, legame forte, unisce il Santo martire carmelitano ai marinai, alla nostra marineria in generale.
Lo vediamo concretamente con quanta passione, coinvolgimento emotivo, gli stessi marinai, nella ricorrenza del martirio del 5 maggio a Licata, da sempre, prendono in carico, sulle proprie spalle l’urna, per portarla con entusiasmo, per le vie della città, soprattutto quelle della marina.
Forse, dico forse, il nostro Sant’Angelo ha chiesto stavolta, proprio ai marinai, il sacrificio delle loro imbarcazioni costate duro lavoro, proprio per riparare la città, per arginare il disastro che, di certo, avrebbero creato i due tornado, se fossero entrati dentro la città.
Sant’Angelo, assieme alla forza di fede e di devozione dei marinai di Licata, hanno posto barriera, da una parte, con la potenza di Dio, dall’altra, con lo sbarramento delle barche nei cantieri e degli altri pescherecci, salvando, in qualche modo, la città.
Ritengo questa mia, sia non solo una personale riflessione di fede sulla reale protezione del nostro Sant’Angelo, martire carmelitano intercessore, ma risulti opinione e considerazione comune, oltreché evidente, tra i nostri credenti concittadini licatesi”.