Storie
Il Fondo Librario Antico “riscrive” la storia della ristrutturazione della chiesa di Sette Spade
-
Scritto da
Angelo Augusto
Il Fondo Librario Antico, di fatto, “riscrive” la storia dell’ampliamento dell’antica chiesa di Sette Spade, dove un tempo finiva il centro abitato ed iniziavano le campagne.
“Il fascicolo rinvenuto dai dipendenti del Fondo Librario Antico durante le operazioni di ricognizione e schedatura – scrive il Comune -dell’imponente patrimonio archivistico del Comune di Licata, contiene informazioni inedite e una rarissima planimetria riguardanti la chiesetta dedicata alla Madonna di Sette Spade. La notizia è stata pubblicata sulla pagina Facebook del Fondo Librario Antico del Comune di Licata rendendo nota una storia inedita racchiusa tra le polverose carte dell’Archivio Storico Comunale”.
A guidare il Fondo Librario Antico è Angelo Mazzerbo.
“La storia si colloca – aggiunge il Comune – nel periodo fascista e vede contrapposti per l’ampliamento di una chiesetta posta alla fine del centro abitato, il sacerdote Don Francesco Pontillo, il podestà di Licata, marchese Francesco Cannarella e l’Azienda Autonoma Statale della Strada (A.A.S.S.) rappresentata dall’Ingegnere Cottone. Un tempo, l’abitato di Licata terminava verso ovest con una piccola chiesa dedicata alla Madonna dei Sette Dolori (oggi delle Sette Spade) fiancheggiata dalle strade statali n. 123 a levante e n. 115 a ponente. Il 28 gennaio del 1931, il sacerdote don Francesco Pontillo nella qualità di rettore della chiesa, chiede al podestà di Licata e all’Azienda Autonoma Statale della Strada di poter ampliare la chiesa. Il progetto di ampliamento – aggiunge il Comune -prevede che la nuova chiesa misuri 8,50 per 23 metri e che nella porzione di terreno davanti all’ingresso vengano realizzati un giardinetto ad aiuole e un recinto con relativa cancellata posta sopra una bassa zoccolatura, permettendo così la visibilità dei veicoli in transito lungo le due arterie stradali”.
“Il 16 Febbraio 1931, l’Azienda Autonoma Statale della Strada, rappresentata dall’ingegnere capo Cottone, concede a don Pontillo – si legge ancora nella nota del Comune – la licenza per la costruzione della nuova chiesa. Il podestà Cannarella non si arrende e chiede il parere della Commissione Comunale per l’Edilizia che da parere sfavorevole: “Si osserva che tale ingrandimento, se non nuoce al transito dei veicoli in quanto lascia libera la carreggiata delle due vie laterali, ragione per cui l’azienda statale della strada ha dato il suo nulla osta, nuocerebbe invece al libero transito dei pedoni a cui verrebbe a mancare lo spazio dei marciapiedi in dette due vie, che già, con l’estendersi dei fabbricati sono divenute arterie principali dell’abitato. Inoltre si verrebbe a rimpicciolire la piazza e si intercetterebbe la visibilità del rettilineo che viene da Palma, sul prolungamento del cui asse mediano verrebbe a cadere lo spigolo Sud-Ovest della progettata fabbrica; cosa che anche nuocerebbe grandemente alla estetica di un ingresso così importante del paese”.
“Don Pontillo, assistito dall’avvocato Vincenzo Campo Ingrao, fa ricorso presso la Giunta Provinciale Amministrativa chiedendo – conclude il Comune – l’annullamento della deliberazione del Podestà di Licata n. 99 del 26 febbraio 1931. Anche l’Ente stradale (A.A.S.S.) si oppone alla deliberazione del Comune. Il 19 Marzo 1931, la Commissione Provinciale Amministrativa annulla la deliberazione del Podestà di Licata perché ritenuta illegittima e infondata in fatto e in diritto dando il via libera all’ampliamento della chiesa e alla realizzazione del giardinetto ad aiuole sul sagrato della stessa condannando il Comune al pagamento delle spese legali”.