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Il culto di San Calogero a Licata: a novembre due giorni di dibattiti, letture, visite e degustazioni
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Scritto da
Angelo Augusto
San Calogero di Licata – I luoghi e il culto calogeriani, prima e dopo” è il titolo di una due giorni che la parrocchia Santa Maria La Vetere e l’associazione Qanat hanno voluto dedicare al “Santo Nero”.
L’iniziativa si terrà il 3 e 4 novembre prossimi.
“San Calogero di Agrigento, di Naro, di Sciacca, di Lipari….. E il San Calogero di Licata?
Anche a Licata il culto del “Santo Nero” è antichissimo, “appartiene” alla parte alta del centro storico, dove c’è persino un quartiere dedicato al religioso taumaturgo, e nessuno dimentica – scrivono gli organizzatori -l’imponente statua custodita a Santa Maria La Vetere, già Chiesa Madre di Licata. Così come importante testimonianza ne è il santuario rupestre che si trova ai piedi di Castel Sant’Angelo. E allora, l’associazione Qanat e padre Giovanni Scordino, parroco di Santa Maria La Vetere, San Paolo e Cotturo, hanno pensato di dedicare due giorni alla “riscoperta” del frate fuggito dalle persecuzioni in Africa, forse giunto in Sicilia su un barcone, e qui diventato il “Santo di tutti”.
“Del culto calogeriano, delle grotte con le acque termali che caratterizzarono la sua presenza in Sicilia, parleremo – aggiungono gli organizzatori – il 3 novembre con Giuseppe Castellana, direttore emerito del Museo Archeologico Regionale e del Parco Archeologico di Agrigento; con padre Giovanni Scordino, curatore dello studio “San Calogero” di Domenico De Gregorio, mentre le letture di brani di Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello ed Andrea Camilleri, dedicate al Santo Nero, saranno affidate all’attore Gaspare Frumento. Coordinerà l’incontro il giornalista Angelo Augusto”.
“E siccome vogliamo – aggiungono gli autori della manifestazione – farvi toccare con mano i luoghi di San Calogero, domenica 4 novembre vi accompagneremo, a piedi, in una passeggiata nella zona collinare di Licata. Visiteremo la chiesa Santa Maria La Vetere, risalente all’anno 1000, che custodisce “tesori” ancora sconosciuti, prima di salire al santuario rupestre, al Castel Sant’Angelo, a Finziade, e visitare le grotte del monte. E per finire una degustazione di prodotti che affondano le radici nel Mediterraneo, cerniera tra Africa, Europa e Asia, dove San Calogero è nato ed ha svolto la sua opera di evangelizzazione”.