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Il Punto Nascite del San Giacomo d'Altopasso

Attualità

Il collaudo ha dato esito positivo, ora non ci sono più scuse: riaprite al più presto il Punto Nascite

Quasi due anni dopo la chiusura, il Punto Nascite del San Giacomo d’Altopasso è pronto per essere riaperto. Lunedì e martedì i tecnici hanno eseguito il collaudo della struttura, ed alla fine hanno dato l’ok. Ciò vuol dire che i lavori sono stati eseguiti a regola d’arte e seguendo tutte le indicazioni. 

Responsabile unico del procedimento dei lavori, come è noto, è il geometra Giuseppe Scozzari, mentre direttore dei lavori è il geometra Giuseppe Pecoraro, entrambi dipendenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento.

A questo punto, visto che il collaudo è ok, non ci sono più scuse: bisogna riaprire il Punto Nascite del San Giacomo d’Altopasso, chiuso dal primo gennaio del 2016, e farlo in fretta.

Certo, ci rendiamo conto che non tutte le difficoltà sono superate. E’ necessario, soprattutto, che sia integrato l’organico di medici e infermieri del reparto di Ginecologia ed Ostetricia del presidio licatese. Al momento della chiusura, per esempio, nella divisione in questione lavoravano 5 medici, ora sono soltanto 3.

Le prescrizioni del Ministero della Salute parlano chiaro: bisogna garantire la guardia attiva 24 ore su 24, perciò l’arrivo di nuovi ginecologi è fondamentale per restituire alle puerpere licatesi la possibilità di tornare a dare alla luce i loro figli nella città in cui risiedono. 

Sulla questione è intervenuto, oggi, il deputato licatese all’Ars Carmelo Pullara.

“In qualità di dirigente Asp e direttore Area Acquisti – scrive Pullara – ho investito risorse e tempo per ottenere l’importante obiettivo di approvazione della struttura, ma è doveroso anche ringraziare chi, insieme a me, ha fatto squadra e si è impegnato per il nostro punto nascite: il dottor Sanfilippo, l’ufficio tecnico centrale e periferico, ossia il dottor Oreste Falco (direttore di Area) e il geometra Scozzari (responsabile tecnico di Licata). Oggi, promossi a pieni voti nel collaudo, abbiamo soli tre medici e pertanto non è ancora possibile entrare a regime. Dobbiamo dunque continuare a lottare per accorciare i tempi e la burocrazia che ci rallenta nell’apertura, perché non voglio che a fare le spese di superflue lungaggini siamo noi cittadini, non potendo ancora oggi usufruire di un servizio assistenziale di così grande importanza”.

 

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