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Antonio Pira

Politica

Igiene e cura per i bambini disabili, Antonio Pira: “Perchè il Comune non trova soluzioni?”

L’ex assessore comunale Antonio Pira interviene sulla questione dello stop al servizio di igiene e cura per i bambini disabili.

“Qualche  giorno  fa sono  stato  contattato  – scrive Pira – da alcune mamme di questi ragazzi e da alcuni  operatori che espletavano il servizio di igiene e assistenza, servizio  espletato da oltre 25 anni,  per raccontarmi dell’ingiustizia che da mesi sono costretti a vivere i ragazzi portatori di handicap che frequentano le nostre scuole, si parla di circa 40 ragazzi. Queste mamme, chi con la voce soffocata dall’emozione, chi dalla rabbia, mi raccontavano che quest’anno il servizio di assistenza all’igiene intima e alla persona,  per i portatori di grave disabilità, non è mai partito. Il comune si giustifica affermando che dopo i tagli voluti dal governo regionale non ha i soldi per sostenere circa 20 assistenti”. 

“Le mamme mi raccontano – aggiunge l’ex assessore – che nella vicina Palma di Montechiaro, guidata dal sindaco Stefano Castellino,  si  è fatta carico l’amministrazione, come era logico che fosse. Purtroppo a Licata l’unica soluzione che sa attuare l’amministrazione Galanti è tagliare servizi e sbattere porte in faccia alla città. Diversi  servizi  abbiamo visto chiudere o sospendere  in questi  anni,  ne cito solo alcuni, ad esempio i trasporti pubblici,  il canile per oltre un anno, l’idrante pubblico da diversi mesi, la mensa scolastica etc etc.. Ai ragazzi disabili però no, sindaco è inaccettabile”.

“Trovare i 20/25 mila euro mensili per garantire il servizio sarebbe stato facile – conclude Pira – e soprattutto era  un dovere. Se non si è capaci di trovare certe soluzioni non ha senso ricoprire certe posizioni.  Chiedo al sindaco e all’assessore al ramo se, una volta appreso dall’assessore regionale alla famiglia, che quest’anno non sarebbero più stati stanziati i fondi per il servizio succitato, avete cercato una soluzione alternativa? Avete fatto un tavolo tecnico coinvolgendo, oltre che la scuola, una rappresentanza di genitori e magari provare a coinvolgere le associazioni di volontariato? Avere fatto una ricognizione di fondi disponibili  per garantire  anche solo  il 50% del servizio e magari un aiuto sarebbe potuto arrivare dalla scuola, con il personale Ata”.

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