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Armando Sorce

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“I treni del Sud”, venerdì 9 settembre al museo archeologico si presenta il primo romanzo di Armando Sorce

Si chiama “I treni del Sud” ed è la prima opera da scrittore di Armando Sorce, autore, compositore e front man del Gruppo “Gli Iricanti”, appena pubblicata per i tipi Algra Editore.

Il libro sarà presentato venerdì 9 settembre, alle 18,30 a Licata, presso il Museo Archeologico della Badia.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco, Giuseppe Galanti e dell’assessore alla Cultura, Violetta Callea, l’autore converserà con Mariolina Di Salvo e Francesco Pira. Modera il giornalista Angelo Augusto. Alcuni brani del libro saranno letti da Luisa Caldarella e saranno proposte alcune canzoni del gruppo Iricanti in tema con il testo.

I treni del sud

“Armando Sorce è – si legge in una nota – alla sua opera prima dopo i tanti successi come artista, cantante e autore di testi e musica. Laurea in Scienze Politiche, formatore e con un passato da dirigente sindacale è stato sempre apprezzato per la sua grande sensibilità, l’attenzione al recupero della memoria e delle tradizioni e l’amore per la sua città Licata e più in generale la Sicilia. La formula sarà quella del talk show animato dal giornalista Angelo Augusto, che solleciterà due amici che l’autore ha scelto per parlare del suo travolgente romanzo: il sociologo Francesco Pira, professore associato di sociologia all’Università degli Studi di Messina, dove insegna giornalismo web e comunicazione strategica, è Delegato del Rettore alla Comunicazione e Direttore del Master in Esperto della Comunicazione Digitale, giornalista; e l’assistente sociale specialista, Mariolina Di Salvo, Presidente provinciale di Agrigento del Centro Italiano Femminile, docente a contratto  del Corso di Laurea in Servizio Sociale dell’Università di Palermo e componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Assistenti Sociali Sicilia.

Demma settembre

Il romanzo è scritto con passione e suscita tante emozioni, così come del resto le tante canzoni scritte e composte da Armando Sorce”.

Ecco la sinossi del libro.

“Zegìra è una città della Sicilia centro meridionale che si affaccia nel mar Mediterraneo, un medio centro che vive essenzialmente di agricoltura e pesca.

Don Agostino Li Calzi ha una sala da barba in un quartiere abitato prevalentemente da agricoltori. I fatti che si raccontano hanno come “epicentro” la barbierìa di don Agostino Li Calzi, all’interno della quale si alternano un susseguirsi di personaggi e di caratteristi che diventano, gradatamente, i protagonisti delle vicende narrate. Ognuno ha una storia da raccontare. Le vicende dei personaggi che si alternano sono racchiuse in un arco temporale che va dal ’62 al 66.

Don Agostino, barbiere per scelta di vita, ma musicista per passione.

Il figlio, Peppino che vive più dentro la barberìa, ad ascoltare i racconti e le narrazioni dei clienti, che a giocare fuori con i coetanei.

Cicco Cursello, giovane agricoltore costretto ad emigrare in Germania a seguito della grave siccità del ’62 ( non piovve ininterrottamente per circa 200 giorni consecutivi).

Il Cavaliere Cesare Buonaventura, uomo anziano, che vive di ricordi legati alla sua giovinezza di militante fascista.

Don Vincenzo Scuderi che gestisce un “pizzicagnolo” a poche centinaia di metri della barbierìa di don Agostino, uomo energico ed espansivo; nonostante la sua quinta elementare possiede una cultura enciclopedica, grande appassionato dell’opera lirica, racconta come fu ferito dalla raffica di una mitragliatrice austro ungarica nel fronte lungo la linea del Piave nella prima guerra mondiale;

Saro Fernandez detto “ Cardellino” . Un personaggio singolare quanto strano ed eccentrico: riusciva ad emettere col vibrato della lingua appoggiata all’unico dentone rimastogli, un suono simile al trillo del mandolino. Personaggio ricercatissimo nei circoli di allora per i racconti improvvisati e rigorosamente in rima. Anche lui cliente di don Agostino.

Pasqualino Vitale, giovane agricoltore, fa una confidenza a don Agostino: quando era bambino e lavorava in campagna a “guardare” le pecore fu vittima di una minaccia di stampo prettamente mafioso.

Vincenzo Cibella, pensionato, protagonista di un intervento chirurgico al lobo temporale sinistro proprio dentro la barberìa di Don Agostino per mano dell’eclettico barbiere.

Le storie di tutti i personaggi si svolgono prevalentemente dentro la sala da barba di don Agostino e sono attraversate dal cambiamento epocale che segnò, negli anni sessanta, il trapasso da una società prevalentemente agricola ad una società industrializzata e consumistica. Il tutto narrato con la leggerezza del paradosso”.

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