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Magazzolo inquinato

Cronaca

“I resti della molitura finivano nel fiume Magazzolo”, denunce, sequestri e maxi multe

Tre opifici sequestrati, i titolari denunciati a piede libero e multati per complessivi 15.000 euro.

E’ il bilancio di un’operazione condotta dai carabinieri, dopo che era stato rinvenuto uno scarico abusivo di acque di vegetazione nel fiume Magazzolo.

“È ormai consolidata – scrive l’Arma – l’attività di salvaguardia ambientale dei carabinieri che, con l’ausilio dei reparti specializzati, conduce apposite campagne di controlli nell’ambito di specifici settori. In particolare nei mesi che vanno da ottobre a dicembre, le attività si sono concentrate sulla molitura delle olive e conseguentemente sull’annoso scorretto smaltimento delle acque di vegetazione. Osservato speciale quest’anno il territorio montano della provincia. I militari dell’Arma hanno scovato uno scarico abusivo di acque di vegetazione attraverso un sistema di collettamento che conduceva direttamente nel letto del fiume Magazzolo”.

“Fondamentale l’ausilio – si legge ancora nel comunicato del comando provinciale – dei tecnici ARPA UOS di Agrigento, che hanno coadiuvato l’attività ispettiva dei militari, attraverso l’inserimento di fluoresceina (un tracciante fluorescente atossico) nei tubi di scarico individuati all’interno di un opificio e successivo riaffioramento nel fiume, cristallizzando così la prova del reato. Un’attenta attività di perlustrazione del territorio rurale ha altresì fatto emergere un altro subdolo stratagemma per lo smaltimento illecito delle acque di vegetazione, in questo caso i militari hanno rinvenuto nascosto dalla vegetazione nei pressi di un casolare la parte sommitale di un tubo in PVC con bocchettone di aggancio, collettato anche in questo caso al letto del fiume Magazzolo, utilizzato certamente dalle autocisterne per effettuare gli scarichi abusivi, finito ovviamente sotto sequestro”.

“L’azione sinergica dei controlli mirati da parte dei reparti territoriali dell’Arma durante l’intero periodo della campagna olearia – si conclude la nota – e l’attività ispettiva del Centro Anticrimine Natura di Agrigento, hanno consentito uno svolgimento sempre più ordinato delle operazioni di molitura delle olive e dello smaltimento delle acque di vegetazione che da esso deriva. È il caso di ricordare che le acque di vegetazione opportunamente trattate possono essere utilizzate quale correttore di acidità del terreno e che possono essere oggetto di spandimento nei terreni idrogeologicamente idonei a tale scopo. Anche in questo caso una maggiore consapevolezza delle potenzialità di impiego di questa materia prima secondaria scongiurerebbe azioni in danno all’ambiente tanto inutili quanto dannose”.                                              

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