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Emergenza idrica, il Cartello Sociale: “Non lasciamo soli i sindaci”

“La nota con la quale i sindaci dell’Ati di Agrigento al termine dell’ultimo incontro hanno espresso le loro perplessità sulle procedure e i modi utilizzati nell’incontro del 14 agosto scorso, promosso dalla Prefettura nella sala del consiglio del Libero Consorzio di Agrigento, meritano grande attenzione anche perché gli stessi hanno confermato la loro massima collaborazione nei confronti degli organi preposti ad affrontare e trovare le soluzioni per risolvere e superare la gravissima crisi idrica”.

Lo scrive il Cartello Sociale, a firma di don Mario Sorce, Alfonso Buscemi, Paolo Ottaviano e Gero Acquisto. 

“In questo senso, riteniamo che i primi cittadini – si legge nel documento -non possano essere lasciati soli davanti ad una situazione così complessa che richiede un approccio coordinato tra i sindaci, le autorità regionali, e le istituzioni competenti, in primis la protezione civile. Una situazione che deve necessariamente contemplare alcune possibili forme di sostegno che potrebbero essere messe in atto per aiutare i sindaci ad affrontare questa emergenza. Le autorità regionali e nazionali potrebbero fornire assistenza tecnica ai comuni per la gestione e il miglioramento delle infrastrutture idriche esistenti, come la riparazione delle reti idriche, la gestione delle risorse idriche locali, e l’implementazione di sistemi di monitoraggio e rilevamento perdite”.

“Assegnare – aggiunge il Cartello Sociale – fondi straordinari ai comuni più colpiti per l’acquisto di attrezzature, il miglioramento delle infrastrutture e l’attuazione di misure di emergenza. Questo potrebbe includere anche incentivi per la costruzione di nuovi serbatoi o la ristrutturazione di quelli esistenti. Avviare campagne informative per sensibilizzare la popolazione sull’importanza del risparmio idrico e su come contribuire attivamente a ridurre il consumo di acqua. Promuovere la cooperazione tra comuni vicini per la condivisione delle risorse idriche e delle migliori pratiche nella gestione dell’emergenza. Pianificare e avviare interventi strutturali a lungo termine come la costruzione di nuovi acquedotti, la modernizzazione delle infrastrutture esistenti, e lo sviluppo di tecnologie innovative per la desalinizzazione o il riciclo delle acque reflue”.

“Fornire – si conclude la nota – supporto legale e amministrativo per velocizzare le procedure di emergenza, le autorizzazioni necessarie e l’attuazione delle misure straordinarie. Queste misure, coordinate e implementate efficacemente, possono aiutare a mitigare gli effetti dell’emergenza idrica, garantendo un approvvigionamento meno precario di acqua alla popolazione”.

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