Don Stefano Principato sulle parole del vicario foraneo: “Non ci sono anatemi, nessuno strumentalizzi”

Don Stefano Principato, parroco del santuario di Sant’Agostino, riprende le parole di don Tommaso Pace, vicario foraneo cittadino che ieri, Venerdì Santo, sotto la Croce ha rivolto una sorta di appello alla città.

Don Principato fa proprie le parole del vicario foraneo ed esprime “solidarietà e condivisione per quanto è stato detto, non a titolo personale, ma in forza di un ministero pastorale sostenuto dallo Spirito di Dio, che impone di fare Verità”.

“Invito tutti, persone ed istituzioni, a non strumentalizzare quanto accaduto ma di entrare – aggiunge don Stefano – nel mistero di Grazia e di liberazione che si compirà questa notte nella Santa Veglia Pasquale.

Il messaggio di ieri mattina alla città non è stato un “anatema” contro qualcuno o qualcosa, ma una seria e umile presa di consapevolezza della nostra miseria umana e del fallimento del nostro agire comunitario che si fa richiesta di perdono al Padre per mezzo del Figlio attraverso la forza impetrante dello Spirito”.

“A meno che qualcuno o qualcuna – commenta ancora don Stefano – si ritenga senza peccato, il cristiano si pone sempre nella condizione di chiedere perdono, perché riconosce la propria fallibilità e incompiutezza. Era quello il momento più opportuno per parlare, perché sulla Croce non c’era una statua inanimata o un idolo muto, ma un Dio che soffre e muore nella vita concreta di ogni donna e uomo di questa Città, provati dall’incuria e dall’indifferenza. Siamo altresì chiamati a risorgere per la potenza della Parola di Vita che scuote le tante coscienze assopite e rassegnate”.

Don Stefano Principato rivela che “quanto detto ed espresso dalla voce del vicario è comune sentire di tutto il presbiterio cittadino (avevamo discusso l’intervento in uno dei nostri periodici incontri), in linea con quanto affermato dal nostro Vescovo attraverso il suo magistero ordinario.

Quanto ho voluto specificare serve per maggiore chiarezza e correttezza nell’informazione e, per quanti credono, a vivere nella Verità la Pasqua di resurrezione”.