Politica
Demolizioni, la maggioranza replica all’opposizione: “L’atto del 25 non ha valore giuridico”
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Scritto da
Angelo Augusto
Dieci consiglieri di maggioranza replicano, con una nota, alle dichiarazioni rilasciate ieri da 19 rappresentanti dell’opposizione consiliare.
“È vero che il nostro sindaco – si legge nel documento diffuso da Federico, Morello, Cammilleri, Ferraro, Augusto, Scozzari, D’Orsi, Carità, Territo e Zirafi – insieme al consiglio comunale ha portato avanti una interlocuzione con il governo regionale per chiarire gli “annunci fatti” in merito ad una moratoria o sospensione delle attività di demolizione e per chiedere per l’ennesima volta che la politica uscisse dalla latitanza sul fenomeno “abusivismo edilizio”. Non è altrettanto vero che dovesse essere convocato un consiglio comunale che senza la presentazione di un ordine del giorno o di una proposta di legge non avrebbe avuto elementi per discutere sull’argomento abusivismo e demolizioni”.
I 10 consiglieri comunali di maggioranza giudicano “inopportuna ed inappropriata la scelta del presidente del consiglio comunale, Carmelinda Callea, di convocare una riunione dell’assise che opportunamente era stato chiesto di rinviare dai sottoscritti consiglieri comunali – si legge ancora nella nota – in considerazione del fatto all’Assemblea Regionale Siciliana nessuna proposta di legge e nessun ordine del giorno era stato presentato. L’effetto di tale consiglio comunale lo si conosce già. Si è prodotto un atto senza alcun valore giuridico. Sarebbe bastato attendere 24 ore e l’esito sarebbe probabilmente stato diverso, visto che in data odierna (ieri ndr) ci risulta presentata una proposta di legge da parte del governo regionale”.
“Si è volutamente ed inopportunamente perseverato nel perseguire – concludono i 10 consiglieri di maggioranza – una strada che ha prodotto solo qualche articolo di giornale, contribuendo a fare passare messaggi errati alla cittadinanza. Perché se il consiglio comunale avesse avuto il “potere” di sospendere le demolizioni avrebbe potuto a questo punto farlo prima e non attendere un anno per riunirsi, producendo un atto di indirizzo fine a se stesso”.