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Dehors, un gruppo di commercianti e artigiani contesta e chiede incontro al prefetto di Agrigento

La questione dehors torna in primo piano. Un gruppo di commercianti e artigiani di Licata ha scritto una lettera al prefetto di Agrigento, Filippo Romano, chiedendo “un incontro per spiegare le motivazioni del loro dissenso – scrivono – rispetto all’azione del sindaco Balsamo”.

A firmare la missiva sono: Ballacchino Daniel, Bonsignore Ignazio, Cannizzaro Domenica, Castagna Giuseppa, Crimenti Giuseppe, Lauricella Salvatore, Marrali Giorgio, Parisi Giacomo, Scibetta Giuseppe, Sirone Maria Grazia, Spiteri Luciano, Vitali Giuseppe, Zacco Salvatore

“Dopo essere stati additati – si legge nella lettera – come coloro che non hanno mai pagato e non vogliono pagare, identificati quasi come dei delinquenti, abbiamo deciso di dire pubblicamente la nostra. I sottoscritti, rappresentanti delle categorie artigianali e commerciali, si dichiarano rispettosi delle regole e della legge, ma allo stesso tempo si augurano che la legge sia applicata alla stessa maniera per tutti i cittadini. La legge è uguale per tutti, è la frase che campeggia in ogni aula di tribunale e che il sindaco in qualità di avvocato dovrebbe anche conoscere bene. Una legge super partes”.

“Siamo coscienti – aggiungono commercianti e artigiani – che il pagamento delle imposte comunali rappresenta un obbligo di legge e per questo motivo c’è chi, nel corso degli anni, è riuscito a pagare sempre e regolarmente, e chi invece, a causa di problemi economici legati anche alle difficoltà post-pandemia, è rimasto indietro con il versamento dei tributi. Tanti abbiamo già pagato e tanti altri stanno chiedendo di farlo. Di certo il pagamento delle tasse a Licata non rappresenta una novità voluta dall’amministrazione Balsamo come qualcuno vorrebbe far credere all’opinione pubblica. Il 29 maggio è stato approvato un nuovo regolamento sui dehor e sull’occupazione del suolo pubblico. Uno degli emendamenti approvati prevedeva, a chi avesse già concessioni in essere, un termine di 18 mesi entro il quale poter adeguare le proprie strutture regolarmente autorizzate. Il punto è molto chiaro e non serve chissà quale luminare per interpretarlo. Non capiamo il perché oggi il sindaco abbia deciso, solo per alcune attività, di non tenere conto di questo articolo del nuovo regolamento e pretende addirittura lo sgombero del suolo pubblico da tavoli e sedie anche da chi ha già versato nei primi mesi del 2024 un canone annuale”.

Ci chiediamo: a chi giova tutto ciò? Come mai il sindaco, a stagione estiva iniziata, mina l’economia delle attività commerciali locali, alzando delle barricate nei confronti di onesti lavoratori? Sindaco, lei ha recentemente affermato – concludono artigiani e commercianti – di non avere la bacchetta magica per la risoluzione dei tanti problemi che attanagliano la nostra città…a tal proposito le ricordiamo che neanche noi ne siamo in possesso per adeguare i nostri locali in un batter d’occhio, come lei ci chiede di fare. Licata non è mai stata così desolata in questo periodo e noi commercianti licatesi siamo seriamente preoccupati per il nostro futuro. Non limitatevi ad osservare e fotografare solo paesaggi e scorci mozzafiato. Si comporti, in qualità di sindaco, da buon padre di famiglia che ascolta e dialoga con i suoi figli e, insieme a loro, trovare la soluzione ai problemi. Noi non stiamo togliendo niente a nessuno. Stiamo solo chiedendo di lavorare. Noi non facciamo politica e non ci interessa farla. Questa nostra lettera rappresenta una richiesta d’aiuto che inviamo al Prefetto di Agrigento, perché si faccia carico di una situazione emergenziale, l’ennesima che ha colpito la nostra città”.  

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