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Alfonso Buscemi

Politica

Da 5 anni è il segretario generale della Cgil Agrigento, Alfonso Buscemi: “Ecco il mio bilancio”

Alfonso Buscemi da 5 anni è il segretario generale della Cgil di Agrigento ed ora ha voluto tracciare un bilancio dell’attività svolta.

Qui sotto il comunicato diffuso da Buscemi:

“Era l’8 luglio 2019 quando i vertici della CGIL mi hanno candidato a ricoprire l’incarico di Segretario generale della Camera del Lavoro di Agrigento. Sono passati cinque anni e ricordo che nelle mie dichiarazioni programmatiche avevo focalizzato la centralità del mio futuro impegno sull’unità sindacale, indispensabile, dal mio punto di vista, per raggiungere importanti traguardi tesi a garantire i diritti di cittadinanza e piena dignità nell’esigere i diritti dei lavoratori, a fronte delle tante emergenze e della povertà del tessuto socio economico. Ricordo tra questi: l’isolamento infrastrutturale, la crisi alla cementeria di Porto Empedocle, la lotta alla precarietà, l’ avviato licenziamento di 85 lavoratori di Girgenti Acque e la conseguente lotta per il ritorno ad una gestione idrica pubblica. In profonda crisi c’erano anche il Consorzio Universitario e le Terme di Sciacca; insomma era necessario aprire la vertenza Agrigento.

Subito dopo la mia elezione, ho incontrato i colleghi di Cisl e Uil con i quali, nel dare la disponibilità a battaglie in comune, si è convenuto di andare oltre per il progetto ambizioso che ci siamo dati, ritenendo importante il coinvolgimento dell’Ufficio di Pastorale e Sociale della Diocesi di Agrigento che con Don Mario Sorce e Totò Pezzino, fulcro di questa aggregazione, si è rivelato determinante per dare fiducia ai cittadini e riconoscersi in questo progetto guidato dal “ Cartello Sociale” per difendere i diritti di cittadinanza di ognuno. Tante le iniziative comuni, con manifestazioni che hanno visto la partecipazione di migliaia di cittadini: si ricorda la lunga marcia nella Valle dei Templi per rivendicare il diritto alla mobilità in sicurezza. La pandemia poi ha rallentato  questa attività per oltre due anni ma non ci siamo scoraggiati. In quella circostanza siamo stati determinanti a bloccare un progetto assurdo che vedeva la presenza di posti covid sparsi in tutti gli ospedali agrigentini costringendo l’ Asp a fare a Ribera il centro covid. Abbiamo seguito da vicino la vertenza per la nascita di AICA garantendo la gestione del servizio idrico pubblico, impedendo licenziamenti che avrebbero peggiorato la qualità del servizio; a seguire una grande manifestazione a difesa del Servizio Sanitario Nazionale e nei giorni scorsi abbiamo sollevato la questione emergenza idrica.

A questo importante lavoro con il Cartello Sociale va ricordato il ruolo delle categorie della CGIL. Quando iniziai a fare sindacato ho provato vergogna rispetto alla gestione del precariato nella sanità agrigentina con poche regole e sempre aggirate. Oggi il reclutamento del personale avviene attraverso una sola graduatoria (erano 2 a volte 3) con criteri uguali per tutti e adesso si sta lavorando per chiudere questa lunga pagina di circa 30 anni di precariato.

In questi giorni si stanno creando le condizioni per la stabilizzazione ed entro l’anno si dovrebbe arrivare alla chiusura della stragrande maggioranza del precariato presente. Come già successo in quasi in tutti i comuni. Vertenza chiusa? No! Quasi tutti sono assunti a tempo parziale e considerato che sono gli stipendi più bassi, dobbiamo ancora lottare affinche si arrivi presto al tempo pieno. Come succede anche nei dipartimenti della regione con dipendenti forestali, E.S.A. e Consorzio di Bonifica. Abbiamo portato a casa il risultato prefissato per il riutilizzo dell’area ex Italcementi messa a disposizione dagli imprenditori agrigentini per nuove attività produttive che daranno lavoro proprio agli ex dipendenti Italcementi che non hanno trovato lavoro in sedi diverse. Un impegno costante per prevenire i tantissimi infortuni sul lavoro con un aumento costante dei morti chiedendo formazione e prevenzione attraverso i controlli quasi inesistenti per la mancanza di Ispettori del Lavoro. Nel commercio e nel turismo il controllo capillare ha fatto emergere in tutto il territorio nazionale punte di lavoro nero impressionante come in agricoltura. Non abbiamo sottovalutato il grande lavoro fatto dagli organi inquirenti nel contrasto alla mafia; non è un caso la nostra costituzione di parte civile in tutti i processi di mafia; ricordiamo l’importante convegno organizzato con il Prefetto Maria Rita Cocciufa, il Procuratore della Repubblica  Patronaggio, l’Arcivesco  Monsignor Alessandro Damiano  e giornalisti antimafia. Diversi gli incontri con i giovani per un confronto teso a recepire le loro istanze  e le denunce del fenomeno femminicidio. Abbiamo rafforzato la presenza nel territorio con l’apertura di diverse Camere del Lavoro.  In questi giorni su chiude la raccolta firme per sostenere i referendum che abroghino le leggi sul jobs act e ci apprestiamo a partire con la raccolta delle firme contro l’Autonomia Differenziata. In buona sostanza in questi anni abbiamo avuto molto lavoro e qualche soddisfazione ma la vertenza Agrigento è ferma al palo. I sindaci non si spendono come dovrebbero su questi temi. Solo nel caso della protesta per l’isolamento infrastrutturale hanno partecipato con grande impegno ( non è un caso che la regia è stata del Prefetto Caputo) ed è stata la manifestazione più imponente che ha portato a casa enormi successi in termini di risultato. Purtroppo, null’altro: persino sulla sanità c’è stato un gruppo di sindaci che si riconosce con i Governi regionale e nazionale che non ha partecipato. Come per la crisi idrica i sindaci non riescono a dire una parola in più che non sia di circostanza. Le lotte intestine dentro la maggioranza di Governo regionale rischiano di affossare nuovamente il Consorzio Universitario che a fatica negli ultimi anni è stato rilanciato dopo anni di abbandono ma purtroppo adesso di nuovo lasciato a se stesso. La Cgil agrigentina ancora oggi è convinta che per la gravità della situazione non possa prescindere dal mettere insieme tutte le forze sociali, datoriali, politiche e dell’associazionismo che credono nel rilancio di questa provincia per fermare il continuo esodo non solo dei giovani ma anche di intere famiglie, per garantire servizi pubblici efficienti e di qualità; penso alla sanità, alla scuola, ai servizi sociali. Insieme si può: il lavoro svolto ed i risultati ottenuti in questi anni da parte del Cartello Sociale è una testimonianza e un elemento concreto per organizzare la speranza del territorio.

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