Storie
Cosa contiene l’urna di Sant’Angelo? Lo racconta un manoscritto, inedito, di due secoli fa
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Scritto da
Angelo Augusto
Cosa c’è nell’urna che contiene le spoglie mortali di Sant’Angelo, veneratissimo patrono di Licata? Adesso lo sappiamo e, grazie al Fondo librario antico possiamo “rivelarvelo”.
Ieri sera il Fondo, che è ospitato al primo piano dell’ex convento di San Francesco, ha pubblicato un estratto del manoscritto, inedito, di Francesco Signora, avvocato e giudice del circondario di Licata, che risale al 1837. Il manoscritto si intitola “Vita e Miracoli di Sant’Angelo Martire Carmelitano”, è custodito al Fondo librario antico e può essere consultato.
La descrizione di Francesco Signora si riferisce alla seconda traslazione delle reliquie del santo, avvenuta il 14 maggio del 1623, quindi poco più di due secoli prima rispetto a quando il giudice ne ha scritto. La prima traslazione delle sante reliquie avvenne il 7 agosto del 1486.
Ecco cosa scrive Signora ed il Fondo librario antico ha pubblicato sulla propria pagna Facebook : “(…Sbrigata, che ne fu, di raso rosso internamente ornossi, ed al di fuori dello istesso colore, con fili d’oro, e perle di svariati colori riccamate (sic) dalle suore del Monastero del Soccorso dell’istessa Città con ogni studio, ed eleganza, e quinci la notte precedente al giorno 14 del mese medesimo Maggio, privatamente le sante reliquie, dentro la cappella dello stesso nostro Martire furono dalla vecchia interna cassa di legno nella nuova traslate”.
Ed ancora: “intanto nella vecchia arca si rinvenne, nel mezzo una tavola formante il fondo, indi una tovaglia di seta bianco – rosso fasciata sulla quale le Sante reliquie, ed il sacro cranio forato dallo iniquitoso Berengario, da cui fu morto, involte nel cotone, sù di cui eranvi poste – si legge ancora nel manoscritto – quindeci (sic) monete di bronzo coll’impronta del Regno di Aragona, ed alquanti frammenti del santo corpo, ed una pargamena (sic), che la traslazione dalla cassa di legno in quella prima di argento descriveva a perpetua ricordanza. E però nel riporre il santo corpo nella nuova arca di legno siffattamente ornata, fu pria a guisa di corporale della tela di lino di francie (sic) guernita ivi posta, ed in nuovo cotone le sante reliquie avvolte, entro un velo color ceruleo d’oro fregiato, le ceneri, e le frammenta in un lato, e nell’altro in un sacco di tela bianca il vecchio cotone, la pargamena (sic) della prima traslazione, e le quindeci (sic) monete di bronzo, coprendoli palmi otto di demasco (sic) di seta verde, e quindi fu chiusa”.
“Riassumendo – si conclude il post del Fondo librario antico – (contenuto dell’urna vecchia): tovaglia di seta bianco – rosso; cranio forato avvolto nel cotone; 15 monete di bronzo del Regno di Aragona; frammenti del corpo; una pergamena che ricordava la prima traslazione del 7 Agosto del 1486”.