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La processione dell'urna di Sant'Angelo nel santuario

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Conoscete il miracolo della fonte di Sant’Angelo? Ecco una testimonianza di quattro secoli fa

La venerazione dei licatesi, residenti in città o sparsi in tutto il mondo, nei confronti del patrono Sant’Angelo è nota a tutti, ma è anche antichissima. Ad affondare le radici nei secoli scorsi è, inoltre, il racconto della fonte d’acqua miracolosa che si trova tra le colonne della navata di destra del santuario, in fondo alla quale, secondo la tradizione, vennero rinvenuti i resti mortali di Sant’Angelo.

Secondo la tradizione proprio dopo il recupero delle ossa, nel sito iniziò a sgorgare dell’acqua che, per miracolo, nei giorni della festa patronale si alza di livello fino ad arrivare proprio in cima alla fonte. Acqua che, secondo molti di quelli che nel ‘600 testimoniarono in occasione del processo di canonizzazione del martire carmelitano, li avrebbe guariti miracolosamente dai mali che li affliggevano.

Bene, al Fondo Librario Antico, costola della biblioteca comunale “Luigi Vitali”, sono state ritrovate carte che attestano come già nel ‘600 venisse ricordato il miracolo della fonte di Sant’Angelo.

Sulla pagina Facebook del Fondo Librario Antico, ieri sera, è stato pubblicato un documento con il quale Francesco Perconti, tesoriere dell’Universitas di Licata (il Comune), il 22 aprile del 1619 (quattro secoli fa) delibera “il pagamento – scrive il Fondo Antico – di onza una, tarì’ quindici e grani dieci a frate Vito Gugliemotta, procuratore del convento di Sant’Angelo, per aver comprato polvere (pirica), borracce, cera, olio e realizzato messe cantate per solennizzare il miracolo compiuto da Sant’Angelo nella fonte d’acqua che sgorga all’interno della chiesa”.

 

 

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