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Cardiologia, il Tribunale per i diritti del malato: “Solo due medici in servizio, si potenzi subito l’organico”
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Scritto da
Redazione
“La Cardiologia del San Giacomo d’Altopasso è un reparto “salvavita”, ma tale traguardo viene garantito da soli due medici in servizio a fronte degli otto previsti”.
Lo scrive Vincenzo Scuderi, responsabile del Tribunale per i diritti del malato di Licata.
“Anche per rispondere – scrive Scuderi – a coloro che spesso si rivolgono al Tribunale per i diritti del malato precisiamo, che il reparto ricovera mediamente 260/270 cardiopatici l’anno, e che offre numerosi servizi ambulatoriali di secondo livello: ha otto posti letto, più due di riabilitazione cardiologica post-operatoria per pazienti post acuti. Nell’ultimo anno ha riaperto la sala operatoria per i pacemaker in elezione. Ha attivato ambulatori dedicati allo scompenso cardiaco e alla cardiopatia ischemica; all’ecografia avanzata (ecografia transesofagea, transcranica, da stress), evitando a più di 200 nostri concittadini l’anno di recarsi presso altri ospedali dell’Hinterland. Tutto ciò – aggiunge Scuderi – viene garantito con estremo sacrificio e con turnazioni estenuanti da due soli medici cardiologi (oramai, i “medici eroi” non si contano soprattutto nel periodo Covid) sugli otto previstiin organico e grazie alla collaborazione di alcuni cardiologi provenienti dalle altre Cardiologie dell’ASP, in regime di prestazione aggiuntiva”.
“Collaborazione che, gioco-forza, nel periodo delle ferie estive, subisce – ribadisce il Tribunale per i diritti del malato – una naturale flessione, permettendo a malapena di garantire la presenza di un solo cardiologo nei tre turni. Ma tale carenza si manifesta in tutta la sua pericolosità per la nostra salute proprio nell’emergenza. Accade infatti, che quando un paziente con l’infarto deve essere trasportato nel minor tempo possibile presso la sala operatoria di Emodinamicamanca il Servizio 118 medicalizzato, cioè con il medico a bordo, e pertanto, il cardiologo di turno si mette in ambulanza, sostituendosi al 118 e nel tentativo di salvare la vita al paziente infartuato è costretto a lasciare scoperto l’intero Ospedale, che rimane privo di una figura importante come quella del cardiologo”.
“Questo Tribunale dei diritti del malato, visto il considerevole numero di cardiopatici, specie nel periodo di punta del turismo balneare, che potenzialmente necessita di usufruire di determinati servizi salva vita offerti dalla cosiddetta “Rete dell’Infarto”, chiede con forza, agli organi competenti, di risolvere con immediatezza – conclude Vincenzo Scuderi – il problema dei trasferimenti secondari d’urgenza, trasformando, anche per il solo periodo estivo, la postazione 118 di Licata in medicalizzata al fine di evitare che i pochissimi Cardiologi in servizio debbano allontanarsi dall’ospedale. Presto, questo Tribunale dei diritti del malato, ne invierà, con propria nota, richiesta ai responsabili sanitari e locali della Provincia e agli organi regionali responsabili della Rete del 118, sicuri della loro sensibilità e attenzione verso una categoria di malati a rischio evidente, impellente di vita”.
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