I consiglieri di opposizione prendono le distanze, riguardo al bilancio di previsione del 2016 che a breve andrà in aula, dall’amministrazione comunale.
In 13, Giuseppe Russotto, Calogero Scrimali, Antonio Vincenti, Laura Termini, Violetta Callea, Antonietta Grillo, Vincenzo Sica, Tiziana Sciria, Antonio Terranova, Pietro Munda, Giada Bennici, Francesco Moscato, Piera Di Franco, rilevano che “a voler essere seri un tale confronto sarebbe dovuto avvenire prima che la giunta approvasse il bilancio e non dopo. Confrontarsi a cose fatte, quando l’amministrazione non può più intervenire, se non tramite emendamenti dei consiglieri a lei vicini, è un non confronto, uno scaricare ogni responsabilità sui consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione”. Il riferimento è al fatto che qualche giorno fa maggioranza ed opposizione si sono sedute attorno ad un tavolo, al dipartimento Finanze, per un esame del bilancio.
“Ricordiamo – aggiungono i 13 – che ancora oggi i consiglieri non conoscono il contenuto del bilancio, perché ufficialmente non è ancora pervenuto alla presidenza del consiglio. Come ci si confronta su un bilancio di previsione che per l’anno 2016 sarà un consuntivo, con scelte già compiute ed impegni di spesa già assunti? Cosa si potrà mai emendare, magari con i pareri contrari dei dirigenti?”. “Comunque – aggiunge l’opposizione – non ci siamo sottratti alla discussione ed abbiamo ascoltato, sperando che l’assessore ci illustrasse almeno il quadro generale delle politiche che l’amministrazione vuole mettere in campo per gli anni avvenire, spiegandoci come intende rientrare dallo sforamento del patto di stabilità e con quali azioni e risorse intende fronteggiare i mille problemi e gettare le basi per migliorare la qualità della vita e favorire uno sviluppo possibile. Dall’incontro, però, non è emerso nulla di tutto questo e si è a lungo discusso di improbabili emendamenti finalizzati alla variazione di alcune poste di bilancio che l’amministrazione non ha avuto la voglia o il coraggio di fare di sua sponte e che vorrebbe far fare ai consiglieri”. “Vorremmo dire con chiarezza ai nostri elettori – concludono i 13 consiglieri comunali – che non siamo attaccati alle poltrone e siamo pronti ad andare a casa, se ciò dovesse servire, assieme alla decadenza o alle dimissioni (vere) della giunta e del sindaco, a lanciare una richiesta di attenzione ed equità per questa città. Non siamo disposti a fare gli utili idioti”.