“Dopo il risultato elettorale francese, segno tangibile di un risveglio civile contro la becera Destra, appare opportuno tenere alti i riflettori e sensibilizzare i cittadini sulla Riforma, approvata in Parlamento, dell’autonomia differenziata”.
A scriverlo è Tiziana Alesci, vice segretario provinciale del PD.
“Si tratta di una Riforma che aumenterà di fatto il divario tra Nord e Sud del Paese, dove già evidente è lo squilibrio nei livelli essenziali delle prestazioni, un provvedimento che aumenterà le diseguaglianze sociali e metterà ancora più in difficoltà la Sicilia , dove alto sarà il taglio delle risorse, relegandola a Regione sempre più povera e sofferente. A essere colpita – aggiunge Tiziana Alesci – sarà soprattutto la sanità, che nell’Isola vive già una situazione drammatica con una altissima carenza di personale, che non garantisce un’assistenza adeguata né tempi certi e brevi, ma lunghe ed interminabili liste d’attesa. Altro settore prioritario ad essere toccato sarà la scuola, l’avere meno risorse inciderà sui processi di formazione ed innovazione, sui necessari interventi edilizi, sul tempo scuola e tanto altro creando alunni di serie A ed alunni di serie B”.
“A fronte della limitazione dei diritti che si prospetta con l’applicazione della Riforma, il Partito Democratico, gli altri Partiti di opposizione, sindacati e forze sociali hanno unito le loro forze – conclude la vise segretaria provinciale del PD – presentando il quesito referendario abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata. Di oggi l’appello del nostro segretario regionale On. Barbagallo: “Sul No all’autonomia differenziata, da subito, scatta la mobilitazione del PD in Sicilia. Insedieremo immediatamente i comitati territoriali, provincia per provincia. E tutti i circoli del PD presenti in ogni comune della Sicilia saranno aperti per la raccolta firme a sostegno del NO a questa norma che spacca in due il Paese e che condanna il Mezzogiorno e la Sicilia in particolare all’arretratezza e al sottosviluppo”. Adesso, serve sensibilizzare gli italiani tutti, non solo quelli del Sud Italia, serve firmare per il Referendum e poi, soprattutto, recarsi nelle urne per esercitare il nostro più grande diritto dovere, unico mezzo per determinare un reale cambiamento”.
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