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Politica

Angelo Biondi: “Il futuro sindaco, per risanare le casse del Comune, dovrà combattere l’evasione delle tasse”

Con le sue “Riflessioni politiche sotto l’ombrellone”, l’ex sindaco di Licata Angelo Biondi interviene sulla condizione dei conti del Comune.

“La disastrosa congiuntura finanziaria in cui versa il nostro comune è senza dubbio una delle emergenze – scrive Biondi – che la futura amministrazione dovrà affrontare fin da subito. Tentennamenti, incertezze, ulteriore perdita di prezioso tempo per lunghe fasi di studio post elezione, servirebbero solo ad aggravare la situazione oltreché a paralizzare il buon inizio dell’attività amministrativa. Ecco perché è auspicabile che gli aspiranti futuri amministratori prendessero, fin da adesso, atto della situazione e iniziassero a studiare percorsi e azioni da porre in essere per affrontare il problema nel migliore dei modi. Più volte, addetti ai lavori e non, hanno (a malincuore) individuato nella dichiarazione del dissesto finanziario del comune l’unica soluzione percorribile. Qualcuno, addirittura, afferma, con determinata certezza, che il nostro ente si trova in dissesto già da un bel po’ di tempo e nessuno (riferito agli amministratori) ha, finora, avuto il coraggio di dichiararlo”.

“Su tale argomento, sulla base delle notizie di cui dispongo, non so dire se il comune di Licata è in “default” o no, ma, a beneficio di una serena riflessione è bene essere chiari su un fatto: dichiarare il dissesto finanziario non è un atto discrezionale, è un fatto esclusivamente oggettivo. Se c’è dev’essere dichiarato – scrive ancora Biondi – (in caso contrario gli amministratori saranno chiamati a rispondere di tale omissione), se non c’è, dichiararlo fittiziamente equivale al falso in atto pubblico. In merito ecco cosa dice la legge (art. 244 del Tuel): “si ha dissesto finanziario quando un ente non è più in grado di assolvere alle “ordinarie funzioni” ed ai servizi definiti indispensabili, quando nei confronti dell’Ente esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte con il mezzo ordinario del riequilibrio di bilancio né con lo strumento straordinario del debito fuori bilancio”. Detto ciò, ritengo sia utile, invece, riflettere sui dati di cui tutti possiamo disporre (sito del comune), e precisamente l’ultimo documento contabile approvato dal nostro consiglio comunale: il conto consuntivo del 2020 (del bilancio di previsione 2021 non abbiamo alcuna traccia, men che meno di quello del 2022). Dal consuntivo 2020 (approvato con il parere negativo dei revisori dei conti, lo scorso aprile u.s.), apprendiamo che l’esercizio finanziario, dell’anno in questione, è stato chiuso con oltre 50 milioni di disavanzo, su cui pesano fortemente le anticipazioni di cassa (soldi presi in prestito dalla banca tesoriera per affrontare le spese di gestione corrente) e i debiti fuori bilancio. Altro dato significativo, su cui andrebbe focalizzata l’attenzione degli addetti ai lavori, è quello inerente i residui attivi (per essere estremamente chiari, parliamo di crediti che il comune deve incassare). Si tratta di una somma ragguardevole che supera i 51 milioni di euro (di cui oltre 16 milioni di entrate non riscosse  nell’anno di riferimento), ciò a significare l’estrema difficoltà del nostro ente a riscuotere tributi e tasse”.

“Sappiamo infine che, con delibera n. 19/2021, il nostro comune ha attivato la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Procedura che (ai sensi dell’art. 243 bis e ter del Tuel) viene attivata nei casi in cui sussistano squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto finanziario dell’ente locale. Tale piano, in atto al vaglio del ministero dell’interno, a seguito delle recenti modifiche apportate al citato conto consuntivo, oltre che su esplicita richiesta dello stesso ministero, aspetta ancora di essere rielaborato dai nostri solerti amministratori. C’è chi nutre il forte sospetto, alla luce del clima politico di “fine impero” che si respira nelle aule del nostro “Palazzo di Città”, che sia il nuovo piano di riequilibrio finanziario, sia i documenti contabili inerenti i bilanci previsionali e i relativi consuntivi degli anni 2021 e 2022, rimarranno fermi a binario morto per essere lasciati in eredita, quale simbolo di incapacità ed insipienza politica, alla futura amministrazione. Fermo restando – sono ancora le parole dell’ex sindaco – quanto finora premesso, appare più che chiaro che ogni possibile percorso di risanamento delle casse comunali passa, inevitabilmente, dalle azioni e dagli strumenti che i futuri amministratori penseranno di mettere in atto per aumentare la capacità dell’ente di riscuotere ciò che gli è dovuto, senza tralasciare, nello steso tempo, ogni possibile attività (anche se poco gradita) atta ad aumentare le entrate del bilancio comunale. In vista dell’imminente campagna elettorale bisogna avere il coraggio e l’onesta di parlare chiaro, di dire ai cittadini la verità: i comuni sono, ormai, da considerare come enormi condomini. Tutte le spese – dalla pulizia e illuminazione degli spazi comuni, alla manutenzione ordinaria e straordinaria di piazze, strade, marciapiedi, ville, giardini, verde pubblico, scuole primarie, impianti sportivi e culturali, cimiteri, ecc… – sono ormai a carico dei cittadini (condomini). Stato e Regione, da tempo hanno limitato al minimo i loro trasferimenti, con i quali, sempre più spesso, non si riesce nemmeno a coprire le innumerevoli funzioni di loro competenza e che in nome di un fantomatico decentramento hanno, per legge, delegato ai comuni. Ecco perché una sana ed onesta amministrazione non può più prescindere dal mettere in campo una seria politica delle entrate, a cominciare da un più efficace recupero della corposa evasione tributaria esistente, oltre ad immaginare percorsi per implementare il gettito dell’entrate dirette, fra cui, ad esempio, quelle dei parcheggi a pagamento (basterebbe aumentare in modo significativo gli stralli nel centro urbano ed introdurre, nel periodo estivo, un ticket per la sosta in aree e strade comunali limitrofe alle spiagge); entrate da spendere esclusivamente per  migliorare il decoro, la pulizia e l’arredo delle stesse aree e strade interessate. Potrei continuare con vari altri esempi, come l’introduzione di tasse individuali di scopo finalizzate a finanziare specifici servizi (tipo la manutenzione ordinaria e la pulizia dei nostri cimiteri) che, oggi non è più possibile garantire attingendo alla fiscalità generale. Mi rendo conto – conclude Angelo Biondi – che sono temi spinosi e poco graditi ai più, ma la situazione è questa: far finta di nulla o rimandare il problema non aiuta di certo a migliorare le cose. Equità (pagare tutti per pagare meno), e  tangibile miglioramento dei servizi erogati è l’unica via per ottenere la condivisione dei cittadini e poter iniziare il risanamento delle finanze comunali. Buon bagno a tutti”.

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