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Agrifotovoltaico: grazie al Gal, domani gli esperti si confrontano al castello Chiaramontano di Naro

Si chiama “Smart Rural Villages e Agrifotovoltaico” il convegno organizzato dal GAL Sicilia Centro Meridionale per domani, sabato 16 luglio alle 18 presso il Castello Chiaramontano di Naro.

“Iniziativa, che vedrà la partecipazione – si legge in una nota del Gal – di  Antonello Pezzini, esperto sulle tematiche efficienza energetica del Ministero della Transizione Ecologica. Nella proposta di PSP – Piano Strategico PAC italiano, una delle principali novità riguarda il supporto agli Smart Villages (Piccoli comuni intelligenti) per rafforzare la resilienza e la sostenibilità delle comunità rurali. In particolare, saranno sostenuti  progetti  integrati  di  comunità,  condivisi  da  parte  di  gruppi  di  beneficiari pubblici  o  privati  a  livello  locale,  capaci di sfruttare le soluzioni offerte dalle tecnologie digitali, per: l’introduzione  di  approcci  innovativi  (organizzativi,  di  processo, prodotto, sociale); sviluppare l’economia circolare e inclusiva in vari settori (economici, turistici, ambientali, socio-culturali); migliorare la qualità della vita”.

“Lo Smart Village può essere definito – aggiunge il Gal – come un centro rurale in grado di utilizzare la tecnologia come elemento abilitante per promuovere interventi innovativi sulla base di forme di pianificazione integrata e partecipata. Questi interventi possono riguardare diverse dimensioni della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e sono programmati attraverso un confronto con le comunità e gli attori dinamici del territorio, stimolando un cambiamento positivo e sistemico”.  “Riusciranno i 13 comuni del “ Gal Sicilia Centro Meridionale” a raccogliere questa grande opportunità – dichiara  Maria Grazia Brandara, sindaco di Naro e Presidente del GAL – costruendo un Patto di Comunità che sappia fare sistema fra di essi? Ed inoltre sapranno sostenere gli obiettivi comuni, migliorare la coesione economica, sociale e territoriale e rispondere alle aspirazioni condivise delle comunità rurali? L’iniziativa che presenteremo – aggiunge – va nella direzione di sensibilizzare le nostre comunità rurali tramite la partecipazione attiva, al fine di rendere le aree rurali: più forti, più connesse, più resilienti, più prospere, diversificando le attività economiche e migliorando la sostenibilità delle attività agricole, agroalimentari e dell’agriturismo”. 

“Il convegno vuole essere l’occasione – scrive ancora il Gal – per raccogliere la grande sfida lanciata dall’Unione Europea sullo sviluppo delle aree rurali con l’obiettivo di rafforzare il ruolo dei GAL, quali strumenti aggregativi delle comunità Locali, di salvaguardia della biodiversità agroalimentare e della vivibilità del paesaggio rurale. Il coinvolgimento degli attori del territorio è fondamentale per far emergere i bisogni  e designare quel sistema di reti e di relazioni utili per l’attuazione delle azioni co-progettate da amministrazione locale, comunità ed esperti fino alla definizione di una strategia integrata (si pensi, ad esempio, alla possibilità di lanciare il progetto grani antichi nel territorio Sicilia Centro Meridionale, fortemente vocato alle coltivazioni cerealicole, attraverso il lancio di una forma di collaborazione tra diversi attori della filiera cerealicola: produttori, ricercatori e trasformatori. Si potrebbe puntare all’obiettivo – aggiunge il presidente del GAL- di riuscire a coniugare qualità artigianale e grandi numeri attraverso una qualità del prodotto tracciata con il sistema delle blockchain). L’obiettivo primario è quello di costruire una filiera alimentare che funzioni per i consumatori, i produttori, il clima e l’ambiente. “Su questa scia, aggiunge-Rosario Marchese Ragona-Amministratore delegato del GAL SCM- l’attuale Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e la nuova programmazione per lo sviluppo rurale in Sicilia orientano la loro attività verso il raggiungimento di vari obiettivi. Innanzitutto,- continua- rafforzare il ruolo dell’agricoltore, indirizzando direttamente le risorse comunitarie a sostegno delle produzioni agricole regionali; in particolare, vanno supportate le attività di produzione e di trasformazione nelle aree marginali e interne, che stanno subendo il progressivo abbandono da parte degli agricoltori, con ripercussioni economiche, ambientali e sociali.  Proprio in queste aree è necessario incentivare la permanenza sul territorio di un’agricoltura estensiva e sostenibile che, nel rispetto dell’ambiente, ci garantisce l’approvvigionamento alimentare. E’ fondamentale valorizzare le produzioni agroalimentari siciliane verso i prodotti con valore ambientale (BIO), territoriale (DOP, DOC, IGP), differenziando e caratterizzando le produzioni in termini di qualità e di legami alla zona di produzione. Bisogna poi tutelare la salute dei consumatori – conclude Rosario Marchese Ragona- con il contrasto alla contraffazione, alla sofisticazione alimentare e all’agro-pirateria, salvaguardando le produzioni agricole siciliane; grazie al marchio QS (Qualità Sicura garantita dalla Regione Siciliana) la Sicilia garantisce la tracciabilità del prodotto a maggior tutela degli interessi e della salute dei consumatori, con particolare riguardo alla salubrità delle produzioni agricole e alimentari, alla salute delle piante e degli animali e alla protezione dell’ambiente”. “Non va dunque trascurata la strategia verde – continua la Presidente Brandara – perché aria, acqua e suolo continuano a manifestare segnali di sofferenza allarmanti, ma sicuramente è necessario mettere al centro l’agricoltore, l’autoapprovvigionamento alimentare e quello energetico”. Gli agricoltori svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro i cambiamenti climatici, nella tutela dell’ambiente e nella salvaguardia dei paesaggi e della biodiversità. Pertanto, avranno la possibilità di dare un ulteriore contributo e di essere ricompensati se andranno oltre i requisiti obbligatori che impone l’Unione Europea. L’emergenza climatica determinerà impatti sociali, economici e ambientali drammatici in ogni parte del mondo e può essere arginata solo puntando a fare delle fonti rinnovabili. Il GAL deve svolgere il compito di creare una visione del “prodotto territorio” in grado di cogliere le prossime sfide della Green Deal e l’agrifotovoltaico può risultare un investimento vincente- conclude il Presidente del Gal- e idoneo a soddisfare i nuovi e ambiziosi requisiti climatico-ambientali a cui il sostegno PAC, nella programmazione 2021-2027, è dichiaratamente finalizzato”.

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