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Acqua, otto associazioni contro Aica: “Non è stata mai costituita la consulta”
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Scritto da
Redazione
Otto associazioni, tra le quali A testa alta, Titano e Legambiente, dopo il nuovo rinvio della convocazione per l’istituzione della consulta delle associazioni, hanno scritto ad Aica per protestare.
“Abbiamo appreso – si legge nella lettera – dell’ulteriore rinvio, a data da destinarsi, della convocazione per l’istituzione della consulta delle Associazioni, dopo che già la prima convocazione in data 17/01/2022 era già stata rinviata al 21/02/2022 a causa dell’accentuarsi della curva pandemica, nonostante era stato previsto anche un collegamento web a distanza. Ciò avviene anche in contrapposizione alle dichiarazioni del neo presidente dell’Ati Ag9, il sindaco Domenico Gueli”.
“Preso atto – aggiungono le associazioni – anche del contenuto del vostro “Memorandum”, e considerato che codesta società ha come unico fine la gestione del servizio idrico e che quest’ultimo non è nelle condizioni di far “galleggiare la papera” (metafora tanto cara ad AICA), ci saremmo aspettati di essere convocati per tempo da codesto Gestore, come da obbligo statutario (osservato una sola volta in 6 mesi) per conoscere quali siano le criticità di gestione e contribuire alla programmazione messa in atto per superarle”.
“Il luogo deputato a questa funzione è proprio la Consulta e l’aver rimandato sine die – concludono le associazioni – la sua costituzione, oltre ad essere una grave inadempienza del gestore, ha inasprito i rapporti tra quest’ultimo e le associazioni per l’evidente e innegabile deterioramento del servizio. Occorre, in nome della trasparenza da voi tanto decantata, ma poco attuata, iniziare necessariamente un confronto vero, tra queste associazioni e codesta società. Ribadiamo che non è consentito a nessuno ostacolare il normale processo democratico garantito dallo statuto, specie se in seno a istituzioni pubbliche. In particolare, con la presente, chiediamo che le associazioni vengano urgentemente convocate e vengano edotte su quanto esposto di seguito:
1. Se tra il 30% dei dichiarati evasori qual è la percentuale che riguarda gli enti locali per le loro utenze;
2. Quali le azioni messe in campo per la lotta all’evasione e agli abusivi;
3. Qual è la programmazione per la normalizzazione delle utenze (che ad oggi ha visto l’azione rivolta solo sui comuni di Favara e Raffadali su 33 che fanno parte di codesta Società);
4. Qual é la progettazione per l’efficientamento della distribuzione, depurazione e della gestione in genere del servizio per accedere ai fondi pubblici (PNRR, ecc….);
5. Qual è la reale situazione economico-finanziaria della società e le prospettive della stessa sulla gestione, appena cessato l’affitto del ramo societario che continuiamo a pagare alla precedente società, ancorché fallita”.
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