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A spasso tra la cucina di strada siciliana: torna “Pani ca meusa”, il libro di Rosario Ribbene
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Scritto da
Angelo Augusto
“Non un libro di gastronomia, né tantomeno uno degli innumerevoli ricettari per preparare cibi di strada, ma piuttosto una passeggiata letteraria sul variopinto universo della cucina di strada siciliana, attraverso un itinerario tratteggiato con un linguaggio giornalistico, semplice e immediato, capace di raccontare quel mondo vario e vivace degli ambulanti e piccoli putiari che oggi si è trasformato in aziende piccole e medie per la produzione e commercializzazione di prodotti gastronomici tradizionali, ma che ancora conservano un carattere fortemente artigianale”.
E’ così che viene descritto “Pani câ Meusa – Il cibo di strada in Sicilia”, il saggio scritto dall’architetto palermitano Rosario Ribbene, tornato in libreria ad un anno dalla prima presentazione.
“Una sorta di itinerario topografico dell’isola, una pennellata antropologica e gastronomica – si legge nel comunicato stampa -capace di catapultare il lettore in un mondo oggi in parte scomparso, ma che si è innestato nell’alta cucina – finanche in quella stellata – e nelle decine di eventi e ritorni di moda che vedono quale protagonista assoluto lo street food. Quartieri, strade, vicoli, piazze e scorci di una Sicilia capace di dare nuovo slancio alla sua altalenante economia attraverso la riscoperta di pietanze semplici come la panella, la scaccia, lo sfincione, il cudduruni, la sasizza, solo per citare alcuni rappresentanti della folta schiera di cui viene dato conto nel contesto di questo racconto, senza tralasciare il caffè, il gelato, i sorbetti e persino i maccheroni”.
“Il libro – si legge ancora nella nota – è in doppia lingua – essendo integralmente tradotto in inglese – con note esplicative di tutti i cibi di strada. Proprio questo aspetto ha fatto da propulsore alla sua diffusione extra nazionale, raggiungendo tutti i continenti grazie all’alto gradimento riscontrato presso i turisti stranieri che lo hanno innalzato al ruolo di simpatica guida siciliana, almeno per quanto concerne la gastronomia di strada”.
“La cucina di Strada in Sicilia” non ha foto, ma è illustrato dai suggestivi disegni a china di Rodo Santoro, architetto, saggista, pittore e scenografo. Come illustratore Rodo Santoro ha una notevole attività alle sue spalle, una branca della sua multiforme vita professionale: direttore artistico di alcune edizioni del Festino di Santa Rosalia – si legge ancora nel comunicato – al restauro della Vara e dei due Giganti a cavallo che caratterizzano le Festa dell’Assunta di Messina; nel campo del restauro architettonico ha progettato ed eseguito i restauri monumentali dei più grandi castelli feudali di Sicilia (Caccamo, Castelbuono, Acate) nonché della fortezza del Castellammare nel porto antico di Palermo. Nel campo dell’architettura moderna contemporanea la sua opera principale è la chiesa di S. Caterina da Siena, in Borgo Ulivia, a Palermo”.
“Visto il successo di questo primo anno di vita – si conclude la nota – e le continue richieste dei lettori, è stata rinnovata e potenziata la distribuzione del libro di Rosario Ribbene, capillarmente presente nelle librerie di numerose città dell’Isola, dai capoluoghi di provincia ai centri minori, oltre alla pianificazione di una serie di presentazioni che toccheranno diversi centri urbani nei prossimi mesi. C’è di più. “Pani câ Meusa – La cucina di strada in Sicilia” è tra le fonti utilizzate nella tesi del corso di laurea magistrale in Creatività e Design della Comunicazione – presso lo I.U.S.V.E. Istituto Universitario Salesiano Venezia, aggregato alla Facoltà di Scienze dell’Educazione di Venezia/Mestre – del brillante Gabriele Mercurio dal titolo “Street food come condivisione della storia culturale di un luogo – Un progetto di promozione turistica a km 0 per la città di Palermo”. Un’aggiunta di rilievo per un saggio dal carattere divulgativo ma con evidenti potenzialità per spunti e suggerimenti di approfondimento scientifici”.
“Sono felice per questo inaspettato successo – è il commento dell’autore – e per questo ho espresso il desiderio di continuare l’opera di trasmissione di questo ambito della cultura siciliana sia tra gli abitanti dell’Isola, sia nel resto d’Italia, sia all’estero. La Sicilia è una terra che va riscoperta e valorizzata anche attraverso la semplicità del cibo di strada e dei cucinieri che un tempo sfoggiavano la loro maestria divenuta oggi un cult dello stile alimentare mondiale”.