Storie
A Castel Nuovo (odierno Piano Quartiere) c’era una “porta che portava alla morte”, lo sapevate?
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Scritto da
Angelo Augusto
Licata è ricchissima di storia e, senza ombra di dubbio, riportando alla luce documenti antichi, un contributo fondamentale alla ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato la nostra città nei secoli, arriva dalle “carte” custodite nel Fondo Librario Antico, diretto da Angelo Mazzerbo.
Questa sera, sulla pagina Facebook del Fondo, sono stati pubblicati dei documenti su Castel Nuovo, fortezza spagnola del ‘300 demolita alla fine del 1.800, l’odierno Piano Quartiere.
C’è, tra le storie raccontate dal post, una che abbiamo trovato particolarmente importante e l’abbiamo ripresa per raccontarvela, quella della “Porta che portava alla morte”.
“La porta falsa del Castel Nuovo di Licata, stando a quanto affermato nel documento, si trovava – scrive il Fondo Librario Antico – in direzione del Convento di Santa Maria vicino alla Marina. Ma cos’è una Porta falsa? Può avere diversi significati: 1) Porta dipinta o scolpita che si trova nelle tombe egiziane ed etrusche per simboleggiare il passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti; 2) Porta secondaria parzialmente nascosta utilizzata per far entrare soldati, per inviare messaggi o per contrattaccare gli assedianti. Queste false porte erano collegate a dei passaggi segreti”.
“Si trovava sicuramente distante – si legge ancora nel post – dalla porta principale ed era utilizzata come trabocchetto combinato ad arte, per ingannare il nemico. In caso di imminente attacco, si lasciava la porta aperta, il nemico non conoscendo l’inganno, entrava incamminandosi verso l’alto fino ad un certo punto e quando pensava ormai di aver raggiunto il cuore del castello veniva all’ improvviso rincorso dalla guarnigione notturna che lo portava al medesimo punto di dove era entrato; lì trovava la morte, difatti per mezzo di un congegno veniva tagliato a pezzi e buttato fuori dal precipizio”.
Beh, quando c’era da difendersi non si stava lì a riflettere troppo.
Il post di stasera del Fondo contiene anche altri dettagli su Castel Nuovo.
“Abbiamo fino ad ora tradotto e recuperato – aggiunge il Fondo – circa 12 mila documenti (1554-1799) della sezione archivistica conservata al Fondo Librario Antico del Comune di Licata. Giunti a metà del percorso, rimaniamo ancora stupiti dell’importanza delle informazioni contenute nelle carte del nostro comune. Carte, che hanno ancora tanto da svelare.
Ci riferiamo all’antico Castel Nuovo costruito su un’altura intorno alla metà del 1300 a guardia del regio caricatore e della muraglia di ponente. Fu adibito a Quartiere della Compagnia Spagnola stanziata a Licata in difesa della città. Minacciando rovina, a partire dal 1847 e fino alla fine del 1800 fu lentamente demolito per realizzare l’attuale via Marconi (via del mare); proprio durante la realizzazione dell’importante arteria (e con il taglio del colle che univa il castello al quartiere di Santa Maria) vennero trovate molte monete assieme ad altro materiale archeologico (di questo nei dettagli vi renderemo conto fra qualche settimana). Dell’imponente struttura restano soltanto alcune immagini, tanti rimorsi e l’attuale Piano Quartiere”.
Ed ancora: “Il documento – si legge nel post – è dell’11 Giugno del 1614 (Immagine 4-5), parzialmente leggibile, lo abbiamo scoperto tra le comunicazioni in entrata della Città di Licata per l’anno 1613 e 1614. E’ un ordine tassativo inviato ai Giurati (amministratori) di Licata, dal Comandante delle Armate Siciliane, Ottavio d’Aragona, per porre rimedio a un pericolo difensivo che lo stesso Ottavio d’Aragona riscontrò durante una ispezione alle strutture difensive della città.
“…retrovandosi in questa città della licata… et visitando il quartero di soldati spagnoli… nel quale si (h)a retrovato una PORTA FALSA che duna alla parte del convento di Santa Maria di Gesù vicino alla marina il loco pericoloso per lo quale lo inimico con uno pitardo o altro ingegno po’ intrarci et inpoterarsi di detto quartiero….
Alli giurati di questa citta… habbiano, vogliano et debbiano murare et per quos decet far murare detta PORTA di amatizzo dai giurati presenti et futuri quella (PORTA) non debbiano permetteri che dopo essere murata sia più dirrupata senza ordine di sua excellencia…”.