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Massimo Ingiaimo

Politica

Il Pd: “Niente sfiducia, ma non entreremo nella giunta del sindaco Cambiano”

Ha quasi fatto “scandalo” la decisione del Partito Democratico di Licata di non votare più la sfiducia al sindaco Angelo Cambiano, soprattutto in considerazione del fatto che negli scorsi mesi era stato Massimo Ingiaimo, segretario cittadino del Pd, ad annunciare che a giugno (scorso ndr) il suo partito avrebbe sfiduciato il capo della giunta.

Ora Ingiaimo, in questa intervista, spiega il perché della nuova scelta.

A gennaio avevate annunciato, dal nostro giornale, che a giugno avreste votato la sfiducia a Cambiano, adesso siete contrari. Cosa vi ha fatto cambiare idea?

Innanzitutto occorre contestualizzare: a gennaio c’era una battaglia politica fra chi voleva bocciare il bilancio indipendentemente se decadeva solo il consiglio oppure il sindaco ed il consiglio, cosa assolutamente incerta all’epoca. Noi dicemmo che se anche il consiglio fosse servito solo a votare la sfiducia sarebbe valsa la pena preservarlo ed in questo contesto ci siamo detti disponibili a presentare la sfiducia alla prima data utile. La sfiducia, però, non dipende dal pd perché la possono presentare in 12 e votare in 30. Ricordiamo che la sfiducia a Graci la presentarono in molti di più di quelli che servivano per votarla ma poi in aula non è passata! Facile per ora scaricare la responsabilità sul pd ma il momento che conta è il voto no la presentazione.  Noi poniamo solo delle riflessioni.  Non abbiamo cambiato idea sull’azione amministrativa fin qui svolta da Cambiano, rivendichiamo però, adesso che sono trascorsi due anni di mandato, una approfondita valutazione sui tempi e sulle ricadute sulla città di una sfiducia.  1. è utile un commissariamento di un anno, considerato che comunque si vota a giugno? E’ utile a chi, lucidamente e legittimamente, vuole capitalizzare il malcontento che questa Amministrazione ha causato per le sue inefficienze e per la vicenda demolizioni a fini elettorali.  Paradossalmente è utile anche al sindaco che può giocare il ruolo della “vittima” di una comunità cresciuta nella illegalità che lo osteggia. Ma è utile ai cittadini? Il commissario farà scelte strategiche sui rifiuti, sul depuratore, sul canile, sul decoro urbano, sul centro storico e sullo sviluppo o lascerà trascorrere il tempo in attesa di chi verrà dopo?  2.  E’ saggio aprire una crisi istituzionale al buio? Politicamente non sarebbe opportuno che prima della sfiducia si preparasse una proposta con un programma condiviso, una squadra di governo ed un candidato sindaco capace di fare sintesi, piuttosto che dire “tanto il tempo c’è!”. Si chiama sfiducia costruttiva e serve ad evitare l’indomani il valzer delle velleità. Siamo eretici se chiediamo di aprire un confronto fra le forze politiche in questo senso? Possiamo verificare se siamo tutti della stessa idea su cosa dire agli elettori sulle demolizioni in campagna elettorale? 3. Il tema caratterizzante in questi due anni è stato quello delle demolizioni. Possiamo interrogarci sull’effetto che avrà una mozione di sfiducia al sindaco sotto scorta per questa vicenda? L’intera città , come è già stato più volte, verrebbe dipinta dai media come connivente con un sistema diffuso di illegalità. Tanto più che in queste ore sono stati notificati 19 avvisi di garanzia per “false” concessioni in sanatoria. Questo migliorerà l’immagine di questa città ? Migliorerà la vita quotidiana dei cittadini? Fermerà le demolizioni o sarà vista come una sfida alla legalità e allo Stato?  Per questi motivi invitiamo le forze politiche e i cittadini ad un surplus di riflessione ed a sforzarsi di non ragionare da tifosi.

State valutando la possibilità di entrare nella giunta del sindaco?

No, non stiamo valutando affatto l’ipotesi di entrare in giunta, siamo all’opposizione e qui rimaniamo, anzi invitiamo il sindaco a riflettere sulla modalità gestionali e politiche messe in campo fin qui e sui risultati prodotti.  Errare è umano perseverare è diabolico.  Serve decisamente un cambio di atteggiamento e di passo.

Da un po’ non presentate più documenti, insieme al resto dell’opposizione, di critica al sindaco. Perché?

Abbiamo lavorato indefessamente per dare il nostro contributo alla costruzione di una alternativa a questa città, con un  gruppo dirigente vasto fra le forze di opposizione e nella città. I rapporti con la maggioranza dell’opposizione sono ottimi ma purtroppo ci sono alcune forze centrifughe che giocano a dividere più che a unire. Si è visto sul tema del bilancio, su quello delle demolizioni e della sfiducia su cui le posizioni sono diventate divergenti. L’avvicinarsi del momento elettorale regionale e nazionale ha fatto il resto…

Nel Pd di Licata c’è lo stesso travaglio di quello nazionale, e quindi area di scissioni, o va tutto bene?

Indubbiamente anche il pd locale vive i travagli nazionali e non potrebbe essere altrimenti, ma a Licata gli “scissionisti” non sono stati molti, in generale il gruppo centrale ha tenuto, pur se con posizioni diverse.   In questo senso un ruolo importante ha avuto il ruolo di squadra che a livello locale abbiamo creato in questi anni. Comunque con chi ha dato vita ad una scissione silenziosa contiamo di discutere, sono i nostri “compagni” non sono i nostri avversari.

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