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La conferenza stampa dell'operazione Pacchi.it

Cronaca

Operazione “Pacchi.it”, i carabinieri: “In pochi mesi abbiamo ricevuto otre 40 denunce”

I particolari di “Pacchi.it”, l’operazione dei carabinieri della compagnia di Licata contro le truffe su internet, sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa al comando provinciale dell’Arma di Agrigento.

Le ordinanze eseguite stamani dai carabinieri della stazione sono 7: nei confronti di Cristoforo Famà di 34 anni è stata disposta la misura degli arresti domiciliari. Sono stati raggiunti dall’obbligo di firma: P.A. di 40 anni, C.S. di 29 anni e B.A. di 26 anni. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per: T.A. di 47 anni, R.G. di 24 anni e G.D. di 40 anni. Tutti gli indagati sono di Licata.

“L’operazione – ha detto il capitano Marco Currao nel corso della conferenza stampa – è relativa a tutto il 2016, quando alla stazione sono iniziate ad arrivare delle segnalazioni relative a truffe on line. Nel giro di pochi mesi abbiamo ricevuto oltre 40 denunce”.

E’ stato lo stesso capitano Currao a spiegare quale, secondo l’accusa, era il modus operandi degli indagati.

“In pratica – sono le parole di Currao – mettevano dei falsi annunci su portali di e-commerce, soprattutto relativi ad auto, moto e telefonini, ma in qualche caso anche per animali domestici. Quando ricevevano una richiesta di acquisto davano un numero di carta prepagata sul quale ricevevano la caparra, di solito per cifre non superiori a 500 euro. Ricevuto il bonifico sparivano”.

L’accusa contestata a tutti gli indagati è quella di associazione per delinquere finalizzata alle truffe on line. Le ordinanza cautelari, firmate dal Gip Alfonso Malato, sono state richieste dal pm Alessandro Mancuso che ha coordinato l’attività investigativa dei carabinieri.

Dal colonnello Rodolfo Micucci è arrivato un appello a chi acquista on line a fare attenzione. “Ovviamente – sono le parole del colonnello Micucci – i portali sono all’oscuro di tutto, non hanno alcuna responsabilità. E’ necessario che, soprattutto in annunci come questi, dove il prezzo di auto e moto era decisamente inferiore rispetto a quello di mercato, prestare molta attenzione, stare con gli occhi aperti. Non versare alcun acconto prima di avere visto l’oggetto che si intende acquistare, magari dopo avere conosciuto di persona il venditore, piuttosto che sentirlo solo on line”.

“Per invitare i clienti a fidarsi – ha concluso il capitano Currao – in qualche occasione gli indagati si spacciavano per maresciallo dei carabinieri o agenti di polizia”. 

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