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Tommaso Napoli

Calcio

“Quelli della B”, Tommaso Napoli “l’avvocato”: “Licata è casa mia”

Tommaso Napoli è iconico a Licata. Uno dei simboli indiscussi della città calcistica, protagonista della storica promozione in serie B e non solo. Anche lui, come altri, si definisce “licatese adottato” ed in effetti non potrebbe essere altrimenti: veste i colori gialloblù a diciassette anni, cresce come calciatore e  persona.

Amatissimo dalla piazza, dal carattere viscerale, uomo diretto, non mandava di certo a dirle. Del Licata è stato anche apprezzato allenatore con un campionato di Eccellenza vinto ed un’altra promozione in D, svanita solo ai calci di rigore. Arriva nel 1985 dall’Amat Palermo, faceva gli allievi regionali e con il Licata è preso per il grande salto tra i professionisti, il primo anno è di rodaggio: costantemente aggregato alla prima squadra in C, colleziona tre presenze, le prime tra “i grandi” della sua lunga carriera. Gioca nell’85-86 le partite con Monopoli, Livorno e Taranto, saranno il trampolino di lancio.

La stagione seguente da centrale difensivo viene spostato esterno basso a destra, urge sostituire nel ruolo l’acciaccato Campanella e Napoli, risponde presente a suon di prestazioni di livello. L’anno della promozione in B, è già un leader, uno di quelli con la maglia cucita addosso, in realtà come il resto della squadra, l’unione ed il senso di appartenenza sono valori che esaltano un gruppo, diventato storico. Al primo anno di cadetteria, gioca solo fino a novembre quando, viene ceduto in prestito in C1 al Catania per poi tornare nell’89-90 ancora in B. Una carriera che tocca anche la massima serie: Napoli conta nove presenze col Foggia in serie A, oltre ad un campionato di B vinto, quello prima del debutto.

Ma il Licata rimane l’esperienza che ne segna gli anni indimenticabili: “Sono arrivato ragazzino a Licata, avevo diciassette anni e mezzo, arrivo con tanta voglia di emergere e fare bene, quel gruppo era pieno di ragazzi che, come me, avevano fame e voglia, Licata rappresenta moltissimo, mi sono sposato a Licata, ho messo su famiglia, mi sento un licatese d’adozione e sono legato alla città”.

Tommaso Napoli è legato principalmente a due allenatori, Zeman che riesce a scoprirlo dalle giovanili e Cerantola che ne forgia personalità in campo e non solo: “Zeman devo ringraziarlo perché è l’allenatore che mi ha scoperto, ho iniziato grazie ad una sua intuizione ma Cerantola mi ha dato tantissimo sotto molti aspetti, ho fatto anche il militare quando giocavo a Licata e ricordo gli allenamenti personalizzati che preparava mister Cerantola per me, erano anni di sacrificio e impegno ma anche di enorme gioia per quello che stavamo costruendo e poi abbiamo ottenuto”. Tommaso Napoli nasce regista di difesa, avanti per quegli anni, oggi sarebbe l’ideale per la moderna e decantata costruzione dal basso, aveva i piedi buoni ed al centro col granitico Baldacci, formava una coppia  difficile da superare per gli avversari. Negli annali una sua rete a Reggio Calabria: si sgancia e sale fino ai venticinque metri da dove parte una parabola che si  insacca in una partita cruciale, stagione 87-88.

Lo chiamavano l’avvocato i compagni, per via della sua parlata disinvolta, sempre a dire la propria. Era anche coccolato e “viziato” dal gruppo, come racconta col sorriso: “Ero l’avvocato si, di certo non mi mancavano le parole e Tarantino mi definì l’avvocato che tra l’altro mi portai dietro poi per il resto della carriera. Baldacci mi sbucciava la frutta e Campanella era insuperabile nel condire l’insalata”.

Appese le scarpette diventa allenatore, oggi è il tecnico della Don Carlo Misilmeri. Vince i campionati e salva le squadre Napoli, è allenatore da sfide difficili ed importanti, uno che non si tira di certo indietro.  Potrebbe allenare  in tutte le categorie, serie A compresa, avendone il titolo. Sulla panchina del Licata, scrive pagine non indifferenti conquistandosi anche in questa veste, l’etichetta di persona amata da tifosi e appassionati, conquista una promozione in serie D dopo aver salvato la squadra l’anno prima. In Tommaso Napoli quando parla di Licata si percepisce   trasporto ed emozione come quelle, grandi e indimenticabili, che è riuscito a dare in campo. Senza tempo, e con il ricordo di anni straordinari.

Vincenzo Montana

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