La naturalezza condita di gioia per averne fatto parte.
Traspare questo dalle parole di Diego Ficarra quando gli chiedi del Licata calcio della promozione in serie B. Personaggio dall’estro marcato, in campo pennellava per i compagni, spesso in rete con i suoi assist mai banali: piede educato, visione da regista e gamba di chi è consapevole che, spesso, dovrà correre non solo per uno.
Era una mezzala sinistra con il compasso aperto e geometrie di livello, certo che aveva i piedi buoni Ficarra. Arrivato dal Canicattì grazie ad un’amichevole proprio contro il Licata: Cerantola e Ruisi notano quel ragazzo che sapeva farci col pallone, toccandolo con la delicatezza confidenziale propria di chi eliminando i convenevoli, a quella palla che rotola, ha la facoltà di darle del tu.
Sbarca in città per formare una mediana con, tra gli altri, Giacomarro e Tarantino, capace di impressionare e rimanere, nella storia si intende. Cronaca di sincronismi trovati, incastri cementati con la robustezza del sogno trasformato in realtà per una città che oggi, può ripartire anche e soprattutto dalla sua storia di eccellenze e qualità, col calcio come parte integrante.
Non poteva che “essere fantastico”, l’anno del vittorioso campionato di C1( per la linea verde alla lettura, in quegli anni erano due le C: C1 e C2, prima della non distante unificazione in categoria unica), Ficarra è emozionato al racconto, il tempo non cancella certamente i sentimenti autentici: “Fantastico di sicuro l’anno della promozione in B, arrivai ad ottobre dal Canicattì, venivo dalla C2, Licata fu un grande salto per me. Mister Cerantola e Ruisi mi portarono in gialloblù, iniziò così la mia avventura licatese, durata cinque stagioni in cui sono cresciuto come calciatore e molto come persona. Licata mi ha dato moltissimo, sento ancora oggi la città come casa mia, non ci vivo nemmeno lontano, abitando a Canicattì”.
I due anni della serie B, per Diego Ficarra sono tra i più importanti della carriera, a dirlo è uno che nella stagione 91-92, figurava nella rosa di quel Parma allenato da Scala, all’inizio dei trionfi europei e nazionali, con gli scudetti contesi, anche se mai vinti, alla Juventus nei primi anni novanta. Fu ad un passo dal debutto ma, nel riscaldamento prima di Parma-Sampdoria, si fece male, debutto in serie A saltato e poi non arrivato con conseguente lungo stop di oltre quattro mesi: “I due campionati in serie B con il Licata sono stati il top per me, la gara che mi rimane impressa è Licata-Monza vinta 4-3, per i brianzoli segnò tre reti un certo Casiraghi, poi autore della grande carriera che tutti sapete. Io personalmente reputo Licata la mia esperienza più bella, sono arrivato a pochi centimetri dal debutto in serie A con il Parma, nel 91-92 mi feci male durante il riscaldamento, dovevo giocare titolare, era l’inizio del grande Parma di mister Scala e di enormi giocatori in rosa. Questo è il più grande rammarico della mia carriera, ma purtroppo è andata così, Licata la mia gioia”.
Diego Ficarra oggi è il direttore tecnico della Sancataldese, oltre a gestire una scuola calcio ma il suo sogno è ancora colorato di giallo e di blu: “Sogno di tornare a Licata come dirigente o direttore sportivo, è una piazza grandissima, sono molto legato, rifare il percorso di quegli anni meravigliosi in veste di dirigente sarebbe fantastico, un obiettivo ed un sogno per me. Il Licata ha una grande società, uno stadio che tra qualche mese sarà riconsegnato ristrutturato ed un progetto che potrebbe scrivere pagine di calcio importante, è un augurio il mio, a tutta la città ed i suoi tifosi che saluto con grande affetto”.
Vincenzo Montana
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