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Violetta Callea: “L’iter è completo, perchè lo stemma di Licata non torna al suo posto?”
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Redazione
“L’aquila sveva del XVIII secolo, stemma della città di Licata, torni nel suo luogo d’origine: sulla cancellata della cappella del santuario di Sant’Angelo che custodisce le spoglie mortali del nostro patrono”.
A chiederlo è Violetta Callea, fino a qualche mese fa assessora comunale ai Beni Culturali.
“Mi sono occupata, già a maggio dell’anno scorso, dopo la convenzione del 26 aprile 2022 siglata con la Curia, e nella qualità di assessora ai beni culturali, di istruire – argomenta Callea – tutto il procedimento teso ad ottenere le opportune autorizzazioni per riposizionare lo stemma cittadino, l’aquila lignea del XVIII secolo raffigurante le insegne della Città di Licata, nella sua collocazione originaria, ossia sopra la cancellata della cappella del santuario di Sant’Angelo. Dopo aver incardinato l’iter, espletato ricerche storiche e recuperato foto antiche con l’originaria collocazione, siamo riusciti a ottenere il nulla osta della Soprintendenza quest’anno ad aprile 2023”.
“Avrei voluto organizzare – aggiunge l’ex assessora – lo spostamento in occasione del 5 maggio ma purtroppo non c’erano più i tempi burocratici, essendo – tra l’altro – l’amministrazione in scadenza di mandato. Pertanto, all’indomani dell’insediamento della nuova amministrazione, ho proposto e sollecitato, anche con il conforto e supporto del compianto professore Carità, lo spostamento dello stemma della città in occasione della festa di S.Angelo di mezzagosto, ma purtroppo non sono stata ascoltata. Sarebbe stato bello e avrebbe rappresentato un valore aggiunto alla serie di lodevoli iniziative che questa amministrazione ha promosso e organizzato per la festa di S. Angelo, tanto più che, rispetto al 5 maggio, si è permesso ad agosto di far sfilare i carretti siciliani e, dunque, quale migliore occasione per fare trasportare il nostro stemma su un carretto parato a festa, in un corteo solenne, dall’uscita del Museo fino all’entrata del santuario di S.Angelo, secondo quel “piano di movimentazione” già autorizzato!”.
“Chiedo, quindi, ancora una volta, di ottemperare a quanto concordato con la Curia e autorizzato dalla Soprintendenza, invitando il sindaco – conclude l’ex assessora – a eseguire lo spostamento dell’ Aquila lignea, riposizionandola nella sua collocazione originaria, per la portata valoriale di tale spostamento. L’autorizzazione, tra l’altro, è stata ottenuta in accordo con lo stesso Parco Archeologico Valle dei Templi che detiene il bene, custodito, o meglio “mummificato” e privato di tutti i valori di cui è portatore, all’ingresso del museo archeologico della Badia, dopo che negli anni 50’, a seguito di alcune controversie sorte tra i Padri Carmelitani e gli amministratori licatesi, era stato tolto dalla cancellata della Cappella di Sant’Angelo sita all’interno del Santuario dedicato al Santo Patrono di Licata”.
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