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Nuovo regolamento sui tributi, Biondi: “Misura che rischia di essere controproducente e dannosa”

Angelo Biondi, ex sindaco di Licata, “boccia” il regolamento messo in campo dal Comune, che andrà in consiglio comunale il prossimo 9 agosto per l’approvazione, che contiene misure di contrasto all’evasione dei tributi da parte dei commercianti e prevede anche la chiusura degli esercizi morosi.

Contro il regolamento, annunciando il loro No in consiglio comunale, si sono schierati due giorni fa i consiglieri comunali della Democrazia Cristiana e ieri è stato Francesco Picarella, vice presidente regionale di Federalberghi a chiedere il ritiro dell’atto.

“Non vi è dubbio alcuno – scrive Angelo Biondi – che pagare i tributi locali è un dovere di ogni componente di una comunità, sia esso un semplice cittadino, sia essa un’attività imprenditoriale o uno studio professionale. Attenzione però a non perdere di vista la saggezza e la prudenza necessaria onde evitare azioni e procedure dall’impatto controproducente o addirittura dannoso. A dirlo è la stessa Corte dei Conti con l’articolata Deliberazione 11/2016/g, relativa all’efficientamento della riscossione dei tributi. La quale, correttamente, rileva che: per un efficace azione di riscossione le misure repressive non sono sufficienti; sottolineando che la lotta all’evasione comincia da un miglioramento dei rapporti tra contribuenti e amministrazione finanziaria, con un impegno di quest’ultima in direzione di una crescita dell’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali, attraverso la semplificazione delle procedure, la cooperazione ed il dialogo con il contribuente sia nella fase della esecuzione delle obbligazioni che, successivamente, in sede di autotutela per rimediare ad eventuali errori”.

Secondo Angelo Biondi “l’iniziativa che sta mettendo in campo l’Amministrazione Comunale di Licata, va, invece, nella direzione esattamente contraria. Si vuole approvare un regolamento di contrasto all’evasione basato esclusivamente su misure fortemente coercitive. Nessun dialogo, nessuna forma di cooperazione preventiva con il contribuente. Un regolamento da votare in fretta e furia, in modo da consentire la chiusura di quelle attività commerciali ed artigiane che non risultano in regola con il fisco (mentre nulla invece è previsto, ad esempio, per gli studi professionali). Una fretta poco comprensibile se si tiene conto che solo pochi giorni orsono la stessa amministrazione ha fatto approvare il regolamento che dà la possibilità a famiglie ed imprese licatesi, di definire in modo agevolato i debiti derivanti dal mancato pagamento dei tributi locali. Si dia a questi contribuenti, quantomeno, il tempo di usufruire di questa possibilità”.

“Nelle more, si stabilisca – conclude Angelo Biondi – un fitto calendario di lavori tra amministrazione, consiglio comunale, parti sociali e sindacali, in modo che si possa definire un regolamento di contrasto all’evasione dei tributi locali, ampiamente condiviso, nell’interesse delle casse del Comune, ma che non penalizzi o comprometta la sopravvivenza del tessuto imprenditoriale ed economico della città. Non va perso di vista, inoltre, che ogni tassa o tributo affinché possa essere pagato deve rispettare due principi fondamentali: in primis quello della sostenibilità (chiedere un tributo sproporzionato al reddito prodotto difficilmente può essere pagato); il secondo è quello dell’equità che non può prescindere dall’allargamento della platea dei contribuenti, individuando quanti (si parla del 40%) da sempre sfuggono dagli elenchi dell’erario e, nello stesso tempo, agendo per diminuire sensibilmente gli esosi costi di servizi per nulla soddisfacenti”.

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