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Smart working e welfare aziendale: così cambia il mercato del lavoro lombardo, ma si fa fatica a trovare personale

Nel mese di giugno Confindustria Lombardia, insieme ad altre 23 Associazioni Territoriali, ha tenuto un webinar dove è stata scattata una fotografia del mondo del lavoro, sicuramente in evoluzione, ma che deve fare i conti con una serie di problematiche.

Sono state analizzate nello specifico 4 diverse aree del mercato del lavoro: la gestione del personale, l’organizzazione del lavoro, le politiche di assunzione e i tassi di assenza.

Il 62% delle aziende ha deciso di investire nel welfare aziendale, con l’obiettivo di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie, il 63% ha elargito premi di risultato e il 29% ha dichiarato di essere alle prese con i processi di ricambio generazionale.

Proprio la crescita del welfare aziendale è un dato che sicuramente interessa, poiché si sta diffondendo sempre di più in Italia e le stesse aziende ne hanno compreso il grande potenziale.

Garantire ai propri dipendenti un perfetto equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, fornendo servizi a supporto del reddito, ne aumenta la loro soddisfazione e quindi anche la loro produttività aziendale. I dipendenti sviluppano un maggior senso di fedeltà verso il datore di lavoro e possono lavorare in un ambiente stimolante, quindi al massimo delle loro capacità.

Inoltre le politiche di welfare aziendale riducono il turn over e aumentano invece la cosiddetta talent attraction, esercitando un maggiore appeal verso i talenti del settore.

C’è un altro dato che spicca: il 56% delle aziende ha difficoltà a reperire personale, o quanto meno personale in possesso dei requisiti richiesti. Il lavoro si sta settorializzando e si sta specializzando sempre di più, quindi sono richieste mansioni specifiche per ricoprire ruoli di responsabilità.

E, a tal proposito, stanno rivestendo una grande importanza le agenzie di selezione e di ricerca del personale, che fungono da volano di incontro virtuoso tra domanda e offerta di lavoro.

Il problema è che le aziende cercano nel posto sbagliato, così come i candidati inviano i loro CV senza neanche leggere le mansioni da svolgere e i requisiti necessari. Le agenzie di lavoro invece sono un punto di incontro neutro per aziende e candidati.

Un altro dato che sicuramente interessa è quello relativo alla crescita del lavoro in smart working, pratica sempre più diffusa tra collaboratori e dipendenti che, operando direttamente da casa, possono tagliare un bel po’ di spese e guadagnare tempo prezioso, senza dover spendere soldi per benzina, parcheggi o autostrada e senza dover affrontare il tentacolare traffico cittadino.

Le aziende che consentono ai loro dipendenti di lavorare in smart working hanno visto ridurre in modo importante la percentuale di assenteismo e, contemporaneamente, aumentare la fidelizzazione delle risorse umane.

All’indagine hanno partecipato diverse aziende lombarde e i numeri dimostrano che gli imprenditori della Lombardia stanno provando ad adattarsi ad un mercato del lavoro in costante evoluzione, cercando soluzioni moderne e in linea con le nuove esigenze e necessità dei dipendenti.

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