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“Quando l’amicizia è apparenza, nella terra girgentina delle contraddizioni”, è uscito il nuovo libro di Vincenzo Scuderi
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Scritto da
Redazione
Vincenzo Scuderi, docente ed autore licatese, ha dato alle stampe un nuovo libro. Si tratta di: “Quando l’amicizia è apparenza nella terra girgentina delle contraddizioni. Dramma dell’Immaginazione nel metateatro pirandelliano”.
Vi proponiamo una breve nota dell’autore, che presenta la nuova pubblicazione.
“In quest’ultima pubblicazione, vanno in scena, in teatro, come personaggi, Luigi Pirandello, l’autore, un amico apparente, il pubblico in sala, l’illusione. Forse la verità, la realtà?
Non me ne voglia Pirandello se ritengo per scontato che, chi nasce, vive, in questa nostra terra agrigentina, sia estroso proprio “per natura e temperamento”; che a lui va sicuramente il merito d’avere evidenziato la “finzione scenica” per far scoprire che dietro l’apparenza, non c’è soltanto una identità precostituita ma cento altre, tutte pronte, tutte a prima vista vere, tutte credibili, perfette da recitare in qualsiasi ambito, palco teatrale.
Nel caso specifico di un soggetto mascherato da amico vero, costui, lascia semplicemente credere ciò che gli altri, per ingenuità, intendono immaginare, pur sapendo che quella esposta nella scena della sua esistenza è falsata, vuota illusione, di certo, non l’unica verità.
Del resto, che male c’è presentarsi dalle multiformi personalità se siamo, se viviamo nella stessa terra delle contraddizioni e respiriamo la medesima aria di Pirandello?
Noi siciliani, come i personaggi pirandelliani, siamo un’unica “identità” con su scritto “Enigma”. Non possiamo di certo cambiare il corso della nostra realtà deliziosamente isolana, libera di esistere, di essere, pure di non essere o soltanto apparire quando e se ci va!
Neppure si può mutare il senso della storia, avendo impresso sulla pelle il sigillo della multiforme identità, privilegio solo dei natii nella provincia di Agrigento!
Veniamo al mondo felicemente formati, provvisti con questa dotazione teatrale dell’arte della commedia variegata, quella delle sbalorditive esternazioni, delle rappresentazioni comunque mascherate e illusorie.
Nel libro vengono vagliate la finzione, il nonsenso, l’incoerenza in tema di amicizia attraverso un complesso monologo o un ipotetico dialogo con amico, con uno spettro, un fantasma. Chissà! Forse, con il riflesso di sé stesso. Un’ombra? Chi può dirlo!
Si sperimenta la fuga dalla realtà per dare spiegazione al sentimento amicale quando risulta apparenza, pura finzione. Rivivono patemi, problemi esistenziali, rappresentandoli nel metateatro pirandelliano, per svelare i comportamenti mendaci della personalità umana camuffata dietro una misera maschera ingannevole.
Si affrontano le contraddizioni talvolta opprimenti, altre confortanti, del mondo dell’immaginazione che vengono esibite agli spettatori di un teatro. Un approfondimento nel regno del relativismo, della recita della possibile menzogna, dei sentimenti simulati.
Magari, poi veri?
Con l’esternazione, l’autore si libera, così, dei patemi dell’anima, della mente, coinvolgendo altresì gli spettatori, in un assolo drammatico pieno di enigmi, incongruenze, vaneggiamenti, delusioni, doppiezze. Dramma, anche dell’ironia, del sarcasmo, dell’amarezza, come del resto è la farsa dei commedianti insuperabili, che nascono, vivono, nel territorio girgentino.
Nel libro, viene così rivoluzionata ogni regola dell’illusione, dell’irrealtà, della forma, dell’apparenza, finanche dell’esistenza. Ne rimane, alla fine, il dramma intimo dell’anima che non finisce con l’ultima pagina del libro o con la recita del monologo, ma continuerà a sollecitare la mente, la ragione del lettore o dello spettatore del teatro della vita”.
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