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Pino Cuttaia si conferma al top della cucina italiana: Cinque Cappelli de “Le Guide de l’Espresso”
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Scritto da
Redazione
Pino Cuttaia, resta in testa alla classifica dei migliori chef d’Italia.
Al licatese, titolare del ristorante “La Madia”, due Stelle Michelin, “Le guide de l’Espresso” hanno confermato i Cinque Cappelli, massimo riconoscimento della guida “I Ristoranti e i Vini d’Italia 2022”.
“Sono davvero onorato – è il commento di Pino Cuttaia – di ricevere questo riconoscimento per il secondo anno consecutivo, una conferma del grande lavoro che io e il mio team svolgiamo con passione, gioia e professionalità”.
La guida è stata presentata questa mattina a Firenze presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, dai direttori Enzo Vizzari, de Le Guide de L’Espresso, e Luca Ferrua de Il Gusto del gruppo editoriale GEDI, insieme ai premiati, la guida è disponibile da domani nelle edicole e nelle librerie.
Pino Cuttaia, 54 anni, tre figli, ha aperto la Madia a Licata insieme alla moglie Loredana nel 2000. Qui ha ottenuto la prima stella Michelin nel 2006 e la seconda nel 2009. Ha vissuto a Torino, dove ha studiato e lavorato in fabbrica. In quegli anni si diletta in cucina, poi l’hobby diventa lavoro: dopo lunghi soggiorni nelle cucine di noti ristoranti tra cui Il Sorriso a Soriso, Novara, e Il Patio a Pollone, Biella, Pino Cuttaia torna in Sicilia. La precisione nel lavoro, appresa al Nord, il calore, la passione, gli ingredienti e le ricette della sua infanzia ritrovati al Sud gli consentono di reinventare e di cucinare ricordando momenti passati: stagioni e simboli della storia gastronomica della sua gente. “La cucina della memoria” che riscuoterà successi unanimi di critica e di pubblico.
“Può essere una memoria collettiva o individuale – aggiunge lo chef licatese -, quel che voglio far scattare in chi si avvicina alla mia cucina sono ricordi, che possono essere quelli comuni a qualsiasi infanzia o comunità o luogo o anche totalmente personali legati a esperienze specifiche della propria vita. I miei ricordi sono legati alla Sicilia e le mie ricette sono radicate in questa terra, dunque voglio far vivere a chi assaggia i miei piatti un pezzo di storia siciliana. Ciò non esclude che un mio piatto possa anche risvegliare in chi lo assaggia ricordi prettamente personali”.
Complimenti chef!
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