Cronaca
“Traffico illegale di animali in via di estinzione”, i carabinieri forestali denunciano 23 persone
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Scritto da
Angelo Augusto
Ben 23 persone, delle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania e Trapani, sono state denunciate a piede libero per traffico illegale di animali in via di estinzione.
Lo hanno reso noto i carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo – Nucleo Cites – Distaccamento di
Punta Raisi, che “negli ultimi quattro mesi di quest’anno, hanno condotto
un’incessante attività di contrasto alla vendita illegale di animali in via di
estinzione. L’attività ha riguardato non solo la Provincia di Palermo, ove è stato individuato il maggior numero di illeciti, ma anche le
Province di Caltanissetta, Agrigento, Catania e Trapani”.
“Dal mese di settembre a oggi – si legge ancora nel comunicato stampa -sono
state 23 le persone deferite, a vario titolo, alle
competenti Autorità Giudiziarie per aver messo in vendita, senza avere alcuna
documentazione comprovante la legale detenzione degli esemplari,
complessivamente:
– n. 112 esemplari di testuggine di terra
appartenenti alla specie Testudo hermanni;
– oltre 130 esemplari di fringillidi, prevalentemente
appartenenti alla specie Carduelis carduelis (nome
comune: cardellino)”.
“Nel caso – aggiunge l’Arma – delle testuggini, la Testuggine di Herman è,
insieme ad altre specie, una delle 30.000 specie di flora e fauna protette
dalla CITES (acronimo di ‘Convention on International
Trade of Endangered Species’ – Convenzione sul commercio internazionale delle
specie minacciate di estinzione). Questa convenzione internazionale,
firmata a Washington nel 1973 e ad oggi ratifica da 182 Stati nel mondo, ha lo
scopo di regolamentare il commercio internazionale di fauna e flora selvatiche
in pericolo di estinzione; la sua applicazione riguarda non solo il commercio
di esemplari vivi, ma anche morti, o semplici parti o di prodotti da essi
derivati. L’obiettivo prefissato dalla Convenzione è quello di impedire lo
sfruttamento commerciale delle specie in pericolo che costituisce la prima
causa di estinzione, seguita dalla distruzione degli habitat”.
“La commercializzazione degli esemplari iscritti negli elenchi della CITES non
è sempre vietata – scrivono ancora i carabinieri forestali – ma può avvenire
solo in presenza della necessaria documentazione rilasciata dai Nuclei CITES
dell’Arma dei Carabinieri, unici uffici in Italia abilitati al rilascio dei
certificati per la legale detenzione degli specimen. Nel caso dell’avifauna
invece, seppur gli esemplari sequestrati non rientrano tra le specie incluse
nella Convenzione CITES, tuttavia i fringillidi sono tutelati da un’altra
Convenzione Internazionale, la ‘Convenzione di Berna’ che ha ad oggetto la
conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa e dalla c.d. ‘Direttiva
Uccelli’ dell’Unione Europea, avente ad oggetto la conservazione degli
uccelli selvatici. Tali specie, inoltre, non sono incluse tra quelle
cacciabili, quindi la detenzione degli stessi, in assenza di documenti
comprovanti la riproduzione in cattività, costituisce reato, sia perché gli
esemplari appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato sia perché il
codice penale vieta la detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche
protette”.
Tutti gli esemplari sequestrati sono stati affidati alle cure di Centri di
conservazione della fauna selvatica allo scopo di riadattare gli animali alla
vita selvatica, nell’ottica, ove possibile, di un reinserimento nei rispettivi
habitat di provenienza.
Quest’attività è una delle modalità attraverso le quali l’Arma dei Carabinieri, per il tramite del Comando delle unità forestali, ambientali e agroalimentari, persegue l’obiettivo della conservazione del patrimonio di biodiversità.
La tutela di questa risorsa deve anche partire dall’impulso dei cittadini che, laddove decidano di acquistare esemplari appartenenti a specie tutelate, devono rivolgersi esclusivamente a negozi specializzati, acquistando esemplari di lecita provenienza, riprodotti in cattività da soggetti regolarmente prelevati in natura e segnalando alle Forze dell’ordine tutte quei contesti di vendita illegale o di prelievo illecito in natura.