Politica
Politiche del lavoro, Carmelo Pullara critica il governo della Regione: “I siciliani meritano di più”
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Scritto da
Angelo Augusto
“Il grido di allarme, tra l’altro non polemico e propositivo, da parte di quattro associazioni, sul tema delle politiche attive del lavoro, pone la necessità di un’immediata inversione ad U rispetto a quanto fatto fino ad oggi dall’assessore Scavone”.
A dirlo è Carmelo Pullara, componente della commissione Lavoro all’Ars.
“Secondo i dati pubblicati dall’Istat, in Sicilia il tasso di occupazione, che quantifica l’incidenza di chi lavora rispetto al totale della popolazione residente, è pari al 41,5%. A risultare inattivi – aggiunge Pullara – sono 1.556.000 cittadini, di cui il 65% donne. Bisogna quindi fare chiarezza sul buon utilizzo delle risorse pubbliche. Il risultato dell’incontro di mercoledì 7 luglio, tenutosi presso gli uffici dell’assessorato regionale, per discutere sulle modalità di gestione delle risorse pubbliche a valere sulle misure del programma Garanzia Giovani, è un sostanziale nulla. Né l’assessore Scavone, né il direttore generale Sciacca hanno ritenuto di dover partecipare all’incontro. Al loro posto, hanno inviato i propri funzionari, trincerati dietro argomentazioni difensive”.
“NO” a tutte le ipotesi – scrive ancora Pullara – di correzione della distorta applicazione delle prescrizioni dell’avviso che ha consentito l’assegnazione di ingenti risorse a pochissimi enti. Continueremo quindi a porre all’attenzione dei competenti organi giudiziari lo spreco delle risorse pubbliche. Trovo essenziale favorire l’azione diffusa e sinergica, al fine di garantire pari opportunità. Chiederò – conclude Pullara – un’apposita audizione in commissione dell’assessore, nonché delle associazioni, finalizzata ad evitare, da un lato la perdita dei finanziamenti, dall’altro l’accelerazione dei processi, affinché si possano dare risposte immediate ai siciliani. Il tempo della retorica è finito, ora è il tempo dei fatti. I siciliani hanno aspettato, oggi chiedono le risposte. Altro che semina e raccolto, sembrerebbe che siamo ancora all’aratura”.