Storie
L’11 luglio del 1553 Dragut mise a ferro e fuoco Licata, ma si compì il “miracolo” del Cristo Nero
-
Scritto da
Angelo Augusto
C’è un altro sbarco, oltre a quello Alleato del 10 luglio 1943, che ha contraddistinto la storia di Licata.
L’11 luglio del 1553, ben 468 anni fa, sulla costa licatese sbarcò la flotta franco – turca guidata dall’ammiraglio Dragut. Ed in quel caso gli invasori portarono soltanto distruzione, lutti, devastazione.
La tradizione vuole che la città venne messa a ferro e fuoco per 8 giorni consecutivi. Chiese, palazzi, castelli, pagarono un prezzo altissimo e, ovviamente, tante vite si perdettero, anche se studi recenti hanno dimostrato che molti licatesi si trasferirono nelle campagne e nei paesi dell’entroterra e si salvarono.
La tradizione vuole, inoltre, che il nero che contraddistingue il Cristo dell’omonima, e bellissima, cappella barocca della chiesa Madre, debba il proprio colore ad un miracolo. I pirati scagliarono dei dardi infuocati contro il Crocifisso, realizzato in legno, ma la statua, piuttosto che bruciare, si annerì è basta. Anche in questo caso studi recenti hanno dimostrato che il Cristo Nero era nato con quel colore, considerato che secondo una moda dell’epoca, la statua era stata realizzata proprio nera, ma se davvero venne colpito dai dardi dei pirati, comunque non bruciò. Per questa ragione, ormai da 468 anni, si ricorda quel “miracolo”.