Cronaca
L’Hub Vaccinale di Ravanusa non apre, il sindaco D’Angelo: “L’Asp ci deve delle spiegazioni”
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Scritto da
Angelo Augusto
Nella biblioteca comunale di Via delle Scuole apre l’Hub Vaccinale di Ravanusa, anzi no.
E’ stato il sindaco Carmelo D’Angelo, con una nota inviata al commissario dell’Asp Mario Zappìa, ad evidenziare di avere appreso dall’Azienda sanitaria che le vaccinazioni non avrebbero avuto inizio.
“La scorsa settimana – ricostruisce il Comune di Ravanusa la vicenda in una nota – il dipartimento di prevenzione dell’Asp di Agrigento aveva chiesto al nostro Comune di attivarsi per registrare le richieste di vaccinazioni che si sarebbero fatte direttamente nel centro agrigentino che negli ultimi giorni ha avuto un numero alto di contagi. L’amministrazione si era prontamente attivata, avviando la campagna e trasmettendo gli elenchi all’Azienda Sanitaria”.
“Nella mattinata odierna (ieri ndr), alle ore 10, il personale dell’Asp aveva provveduto a fare un ulteriore sopralluogo alla presenza del responsabile di Canicattì, Emanuele Rizzopinna, e degli ufficiali dell’Esercito, guidati dal tenente Tierni, che hanno confermato le vaccinazioni programmate in biblioteca comunale a partire dal 30 giugno alle 15.30. Gli uffici comunali hanno immediatamente iniziato ad avvisare i cittadini a scaglioni, come suggerito dalla stessa Asp”.
“Dopo qualche ora, alle 13.30, la direzione sanitaria dell’Asp di Agrigento ha chiamato il sindaco, Carmelo D’Angelo, dicendo – aggiunge il Comune – che c’era stato un qui pro quo con Canicattì e che non si poteva procedere con quanto già programmato. L’Asp ha comunicato, comunque, che procederà alle vaccinazioni degli ultrasessantenni e dei vulnerabili nell’ambulatorio in viale Lauricella. Il sindaco, Carmelo D’Angelo, con una nota stampa si è scusato con gli oltre 350 cittadini che si erano registrati per questo disservizio causato da incomprensioni interne all’Asp invitando i cittadini, comunque, a vaccinarsi in qualunque modo sia loro consentito”.
Per Margherita La Rocca Ruvolo, presidente della Commissione Sanità All’Ars, si tratta di “disservizi che fanno perdere fiducia nelle istituzioni”.