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Massimo Ingiaimo

Politica

“Sicilia e Recovery Plan”, oggi “Radicalità per ricostruire Sicilia” si confronta on line

“Sicilia e Recovery plan, una occasione da non perdere?” è il titolo dell’incontro dibattito che si svolgerà alle 18 di oggi sulla pagina Facebook di “Radicalità per Ricostruire – Sicilia”, fra Valentina Chinnici, Adriana Laudani, Ottavio Navarra, Giuseppe Notarstefano, e Gianni Cuperlo. I relatori, moderati da Massimo Ingiaimo, faranno un’analisi a “caldo” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato ieri in consiglio dei ministri che, dopo un passaggio in parlamento, dovrà essere approvato e trasmesso a Bruxelles entro il 30 aprile.

“Il Recovery plan – scrive il coordinatore siciliano di “Radicalità per ricostruire” Massimo Ingiaimo – è un’occasione unica ed irripetibile, se ben predisposto e gestito, per colmare i divari tra nord e sud ed affrontare le diseguaglianze di genere, sociali, ambientali e consentire di progettare lo sviluppo futuro della Sicilia per le nuove generazioni. Scegliere dove e come investire i soldi che l’Europa mette a disposizione dell’Italia per rispondere alla pandemia è una scelta politica che avrà importanti risvolti economici nella vita di tutto il Paese, convinti come siamo che far crescere il sud è un affare per tutta l’economia Italiana ed Europea”.

“Il dibattito – aggiunge Ingiaimo – sarà anche l’occasione per presentare l’associazione Radicalità per Ricostruire, l’area politica fondata da Gianni Cuperlo e pensata come un ponte verso il mondo della sinistra, dell’associazionismo, della società siciliana che sta fuori dal PD e con cui si vuole instaurare un confronto dentro e fuori il partito. Dopo il terribile periodo che stiamo vivendo, la sinistra deve riscrivere intere categorie del proprio pensiero, rileggendo ed interpretando la profonda rivoluzione tecnologica e le emergenti drammatiche diseguaglianze.  I progressisti devono offrire le soluzioni ma devono anche rifondare la propria casa mettendo mano a identità, forma, linguaggio e qualità della classe dirigente, anche in Sicilia”.

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