Attualità
Tassa sui rifiuti, la protesta di commercianti e artigiani: “Così non si può andare avanti”
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Scritto da
Angelo Augusto
Commercianti e artigiani di Licata chiedono un incontro con l’amministrazione comunale per affrontare la questione delle bollette della Tari.
“In questa situazione di estrema difficoltà – si legge in una nota diffusa da Confcommercio, Cna e Fenapi – gli imprenditori stanno ricevendo le bollette Tari 2020 che riportano una nuova maggiore imposizione per quest’anno, oltre ad un conguaglio rispetto all’anno precedente. E’ chiaro che così non si può più andare avanti. Stiamo toccando con mano, o sarebbe meglio dire col portafoglio, la mancanza di “sensibilità” da parte del consiglio comunale (organo preposto alla determinazione della tariffe) e dell’amministrazione. Organismi i quali hanno pensato bene di scaricare sulla collettività intera, ed in particolar modo sulle imprese, il costo esorbitante della raccolta dei rifiuti, con l’unica giustificazione il fatto che la legge impone la ripartizione della spesa fra tutte le utenze attive. Invece di pensare in primis a riorganizzare l’ufficio tributi e metterlo in grado di rintracciare la grossa fetta di evasione allargando così significativamente la base imponibile, e di pensare a razionalizzare ed ottimizzare la spesa, si è per l’ennesima volta scaricato tutto sui contribuenti”.
“Così come – si legge ancora nel documento – invece di pensare a far partire al più presto la raccolta differenziata, che garantirebbe risparmi certi, siamo uno dei pochi paesi in Italia che ha l’invidiabile “primato” del conferimento quasi totale di indifferenziata. Ci chiediamo, ma se le imprese sono sempre meno e la spesa non fa altro che aumentare, fra qualche anno a che cifre arriveremo?”
“In qualità di rappresentanti delle imprese – scrivono Francesco Gallì, Piero Caico ed Ignazio Bonsignore – siamo indignati da questo modo di fare politica e di perseguire gli interessi della collettività. E’ troppo facile parlare di far quadrare i bilanci, ma la politica è ben altro. Le attività chiuse è chiaro che non possono pagare per l’intero 2020. Almeno i mesi di blocco totale erano chiaramente da scorporare, e nemmeno questo ragionamento così ovvio è stato applicato. Siamo pronti a far valere le nostre ragioni, nei modi e nei termini consentiti in questo momento, poiché non possiamo più accettare passivamente questa situazione paradossale e tragica. Chiediamo un incontro urgente con l’amministrazione, l’assessore al ramo e il dirigente dell’ufficio tributi”.