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Scorie radioattive e trivellazioni in mare, i rappresentanti della Lega: “Siamo sgomenti”

“Abbiamo già espresso il nostro sgomento per l’individuazione di alcuni siti siciliani da adibire a discariche per scorie nucleari. Raccogliamo gli allarmi lanciati dai territori come ad esempio quello di Butera (uno tra quelli in lista). Le ricadute di questo assurdo programma saranno gravissime soprattutto sull’economia: quella zona della fascia meridionale della Sicilia è interessata da decine di insediamenti agricoli dove operano moltissimi addetti ai lavori licatesi, buteresi e del nisseno. In un momento di recessione economica come quello che stiamo vivendo, debilitare ulteriormente un settore importante come quello agricolo significherebbe dare una mazzata ulteriore ai territori. Ribadiamo il nostro NO al deposito in Sicilia di scorie nucleari”.

A scriverlo, in una nota congiunta, sono tre rappresentanti della Lega: l’eurodeputata Annalisa Tardino, il deputato nazionale Alessandro Pagano e Oscar Aiello, consigliere comunale di Caltanissetta.

“Abbiamo già sollecitato – scrivono – la nostra deputazione all’Assemblea siciliana per un’azione sul Governo regionale e coinvolto la Commissione UE. Ma non possiamo non evidenziare un atteggiamento incomprensibile (si piange solo oggi sul latte versato?) di esponenti dei partiti di un Governo che oggi continua a maltrattare il Sud Italia. Il disastro per i settori economici trainanti a Licata è poi stato completato dalla notizia del probabile avvio delle perforazioni sottomarine poco al largo della costa licatese. Una ancora non ben precisata piattaforma sembra essere in corso di realizzazione nello specchio acqueo antistante Mollarella con, anche in questo caso, ricadute su un comparto economico dal peso specifico notevolissimo come quello della pesca. Il tutto con il complice silenzio delle forze politiche che fanno parte del Governo nazionale da cui partirono le autorizzazioni alle perforazioni nel Canale di Sicilia. Un Governo, quello attuale, che – concludono i leghisti – nemmeno nel “Decreto Milleproroghe” ha trovato posto per il rinvio della moratoria sulle trivellazioni petrolifere”.

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